185 presenze, una Liga e una UEFA Europa League vinte: Mario Suarez ha contribuito a scrivere alcune delle pagine recenti della storia dell'Atletico Madrid. L'ex centrocampista spagnolo, che ha giocato anche nella Fiorentina, si è ritirato lo scorso ottobre. Alla vigilia di Atletico Madrid-Borussia Dortmund, Mario Suarez ha parlato ai microfoni di Sky Sport.
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Le parole di Mario Suarez
Focus sul match di domani dell'Atletico Madrid, squadra di una vita e di cui adesso è super tifoso: "Questo club è speciale per quello che trasmette, quello che la gente ti fa provare. Se non lo vivi non lo puoi capire. Queste partite di Champions in casa sono incredibili. Qui abbiamo eliminato l'Inter, nella fase ad eliminazione diretta con Simeone non abbiamo mai perso. Finale? Si può fare. L'Inter era un duro rivale, ora la squadra ha preso morale. Il ritorno a Dortmund sarà dura, ma domani si può fare un buon risultato".
Sul suo ex allenatore Diego Simeone, Suarez racconta: "È un motivatore ma anche stratega. Sa cosa dire in ogni momento in modo che il giocatore dia sempre il 100%. In queste partite ti fa sempre capire di poter battere chiunque".
Infine l'ex centrocampista racconta il suo periodo in Italia, svelando anche qualche aneddoto: "Avevo la possibilità di andare all'Inter a gennaio con Roberto Mancini, nell'anno in cui presero anche Shaqiri. Il Cholo non mi lasciò partire. Alla Fiorentina sembrava potesse andare tutto bene. C'erano i miei connazionali Borja Valero e Joaquin. L'allenatore Paulo Sousa non mi aiutò molto, poi mi arrivò un'offerta e andai via. Mi dispiacque molto, avrei voluto restare di più a Firenze. La città mi piaceva molto. Astori? Cercava di aiutare sempre i compagni, anche a me con la lingua mi fu sempre molto vicino. Una di quelle persone che vale sempre la pena conoscere".