Per Marco Rossi è stato il momento più alto della sua carriera, tanto indimenticabile quanto inatteso.
Il dispiacere, però, di essersi fermati ad un passo dagli ottavi di finale è tanto: “Mai avrei pensato che un pari con la Germania mi avrebbe lasciato questa sensazione: siamo stati bravi ma sono dispiaciuto”, racconta il Ct dell’Ungheria a La Gazzetta dello Sport.
“Prima la squadra perdeva per paura"
Un campionato Europeo storico per l’Ungheria frutto della mentalità che l’allenatore italiano ha saputo impartire: “La squadra prima di me perdeva per soggezione. Ricordo un match perso con la Croazia nello spogliatoio per paura”.
Obiettivo-Mondiale
Rossi vede il suo futuro ancora sulla panchina della nazionale magiara, ma il pensiero di un’esperienza in un club comincia a farsi sentire: “Mi piacerebbe tornare in un club - continua - però ho firmato con l’Ungheria fino al 2025. Qui mi hanno quasi adottato: vorrei qualificarmi per i Mondiali del 2022”.
Sull’opposizione allo stadio arcobaleno: “Il rispetto si dimostra con i fatti - spiega l’allenatore italiano - non con un gesto. In Ungheria c’è tolleranza assoluta”. Ora, infine, è tempo di vacanza e Marco Rossi la trascorrerà in Italia: “Starò in Italia per tre settimane, non vedo mia mamma dal dicembre 2019”, conclude il Ct.
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