La vittoria all’Europeo è un capitolo difficile da chiudere, ma ora l’Italia gioca già per un altro trofeo, la Nations League. Fra ricordi del recente passato e l’analisi del presente, ha parlato il CT della Nazionale, Roberto Mancini, intervistato su Twitch da Bobo Tv.
Dall’Europeo alla Nations League
“La cosa che era molto stimolante era che tutti pensassero che non ci fossero giocatori all’altezza”, ha esordito Mancini, che ha ricevuto subito una domanda sull’ultima vittoria. “Io ho sempre creduto che giocatori bravi ce ne siano sempre stati. Abbiamo provato a giocare un calcio diverso, a riavvicinare i tifosi. Volevamo che la squadra giocasse bene, facesse divertire. Siamo sempre stati fortunatamente bravi a evitare problematiche e si era creata un’atmosfera importante”.
Nazionale, i convocati di Mancini per la fase finale di Nations League
La Nations League
Il presente, però, si chiama Nations League. L’Italia sarà impegnata nella finale a quattro, ed esordirà contro la Spagna mercoledì 6 ottobre a San Siro. “Dopo l’Europeo sembra che non conti, ma alla fine ci sono forse le quattro squadre migliori d’Europa. È una bella competizione”, ha dichiarato Mancini.
Sul prossimo avversario, il CT ha detto che “la squadra della Spagna è forte, gioca bene. A volte fa fatica a concludere, ma è un squadra molto forte, tecnica” (leggi QUI i convocati della Spagna).
I convocati
Dall’Europeo alla Nations League, la lista dei convocabili si è ridotta a 23 giocatori. Ne consegue che le scelte diventino più complesse. “I dubbi ci sono sempre, perché i giocatori bravi sono più di 23 e dispiace lasciarli a casa. Poi gioca anche l’Under 21 che deve qualificarsi per le Olimpiadi e abbiamo dovuto lasciare dei giocatori. Ci saranno altre partite per convocare gli altri”.
Nonostante l'abbondanza, Mancini ha sollevato un problema: “In Italia oggi gli italiani in campionato sono pochi rispetto a 10 anni fa, circa il 33%. Credo che per il momento difficile economico ci sono dei ragazzi giovani a cui basta dare un po’ di fiducia. Bisogna dare un po’ più di fiducia ai giovani”.
“La porta della nazionale è aperta a tutti, anche e soprattutto ai giovani, che possono essere meno esperti ma hanno qualità”, ha aggiunto.
Il futuro
Passato, presente… e futuro. Mancini, per concludere, non ha nascosto che abbia nostalgia dell’allenare una squadra di club: “Un po’ manca la quotidianità del club. Quando giochiamo così spesso un po’ meno, ma fra novembre e marzo, quando non gioca la nazionale, è più difficile”.