Tra finale e mercato. Zaniolo, la rivincita di un figlio d'arte
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Data: 09/06/2018 -

Tra finale e mercato. Zaniolo, la rivincita di un figlio d'arte

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"Zaniolo? Semplicemente devastante". Parole di mister Stefano Vecchi al termine della vittoria della sua Inter Primavera sulla Juventus, successo che permette ai nerazzurri per il secondo anno di fila di giocarsi lo scudetto di categoria. Un 1-0 sofferto, maturato proprio grazie alla rete di Zaniolo, giocatore fondamentale nella squadra di Vecchi.

Il nome di questo trequartista classe '99, che compirà 19 anni il prossimo 2 luglio, è sulla bocca di diversi direttori sportivi e presidenti di Serie A e Serie B. Il motivo è semplice, ed è lo stesso allenatore nerazzurro a chiarirlo nella conferenza stampa post semifinale. "Ha fisicità e qualità, un mix micidiale. Non sempre è riuscito a dimostrare tutte le sue qualità, ma è davvero forte". Vecchi è un allenatore molto equilibrato, ma capace con poche parole di rendere a pieno l'idea. Come ha fatto per il suo identikit di Nicolò. Un profilo che, come vi abbiamo anticipato nella serata di ieri, interessa molto, tra gli altri club, al Sassuolo.

Come detto, Zaniolo nasce il 2 luglio del 1999, a Massa. Il padre, Igor, è stato un ottimo calciatore, che ha come unica pecca nella carriera quella di non essere riuscito a giocare in Serie A. Forse proprio da questa voglia di affermazione, da questo desiderio di riscatto, nasce la determinazione di Nicolò, che segue fin da piccolo le orme paterne. I primi calci ad un pallone li tira a 5 anni, quando i genitori lo iscrivono alla prima scuola calcio, la Maria Rosa di Salerno. Tra la lontananza e la momentanea difficoltà economica familiare, dovuta alla nascita della sorella Benedetta, frenano questa strada. Ma non, ovviamente, la sua crescita.

Una nuova chance, questa volta sfruttata a dovere, Nicolò la riceve dallo Spezia. Nelle giovanili dei liguri, Zaniolo jr dimostra un talento che in poco tempo appare facilmente paragonabile a quello del padre. Le chiamate, come sempre quando si tratta di giovani rampolli, non tardano ad arrivare. I due club che bussano alla porta della famiglia Zaniolo sono il Genoa, dove Nicolò gioca solo due anni (2009 e 2010) e la Fiorentina, che lo accoglie nelle sue giovanili nel 2011. In viola cresce molto, come giocatore ma, soprattutto, come ragazzo, come uomo. Per inseguire il proprio sogno, Nicolò si trasferisce a Firenze, convivendo con altri giovani calciatori come lui, creando amicizie, diventando indipendente. Nel capoluogo fiorentino matura anche la decisione, dopo essersi iscritto ad una scuola locale, di abbandonare gli studi. Nelle giovanili gigliate la scalata è lenta ma inesorabile. Zaniolo cresce, arrivando fino alle soglie della Primavera. Dove però, riceve un pesante rifiuto.

Estate 2016. I responsabili del settore giovanile della Fiorentina comunicano a Nicolò la volontà di cederlo, magari in prestito, per farlo maturare. La viola gli propone qualche soluzione, alcune piazze minori. Ma l'agente, e prima ancora il papà, non hanno dubbi. Zaniolo torna dalla famiglia, nel frattempo trasferitasi a Chiavari, e diventa un giocatore dell'Entella.

Si tratta di un momento particolare per un ragazzo neanche 18enne. In questi frangenti, avere un nucleo familiare forte, che sostiene l'atleta ma prima ancora l'uomo, è fondamentale. E avere un padre ex calciatore, che è passato da situazioni scomode, demotivanti, come questa, aiuta. Igor vede il figlio cadere, ma lo aiuta anche a rialzarsi. La scelta di approdare all'Entella è a dir poco azzeccata. Segna 7 gol alla prima stagione con i liguri, guadagnandosi a pieno titolo la convocazione in Under 18. La fortuna, poi, è dalla sua: il suo mister, Gianpaolo Castorina, viene promosso dalla Primavera in prima squadra. Zaniolo, tra i fedelissimi dell'allenatore, colleziona 7 presenze in Serie B, bagaglio inestimabile per un 17enne. E che fanno di Nicolò un pezzo pregiato del mercato estivo 2017.

Le pretendendi non mancano. A spuntarla alla fine, mettendo sul piatto quasi 2 milioni di euro, è l'Inter. L'ufficialità arriva, scherzo del destino, il 2 luglio scorso, giorno del 18esimo compleanno di Nicolò. Come regalo di compleanno, Zaniolo jr ottiene, insieme alla notizia del passaggio in nerazzurro, quella di preparare le valigie, destinazione Cina: Spalletti lo vuole insieme ai 'grandi' nella tournée asiatica. Sembrerebbe il solito passaggio da predestinato, ma la storia di Nicolò era tutt'altro che scritta.

Nel suo primo anno nella Primavera interista, prende semplicemente la squadra sulle spalle. Quelle spalle che portano una maglia importante: la 10, per un trequartista, un'incoronazione, ma anche un pesante fardello. Nicolò parte subito forte, mostrandosi, pronti via, perfettamente integrato nel sistema di gioco di Vecchi. Il suo periodo migliore lo offre tra dicembre e febbraio, quando segna per 6 partite di fila, indossando i panni del trascinatore. Poi si è perso un po' per strada, facile quando hai 18 anni e tutti cominciano a parlare di te. Si è rivelato però più di una volta decisivo nei momenti che contano. Uno su tutti, il minuto 49 della semifinale di mercoledì, quando con un colpo di testa ha messo k.o. la Juventus.

Si è dovuto conquistare ogni vittoria sul campo, sudandosi ogni traguardo, ogni chiamata, ogni stilla di fiducia. Per cui non parlategli di destino. Anche se, vogliamo scommettere, avrà pensato a qualche disegno divino, a fine partita, mettendo bene a fuoco e capendo che, in finale, avrà di fronte la Fiorentina. Lui, figlio d'arte, con la voglia di mantenere alto il nome Zaniolo, facendo semplicemente vedere chi è davvero Nicolò.



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