Che questo Russia 2018 fosse il Mondiale delle sorprese, lo si era già capito. Ora ci ha pensato anche il Giappone di Akira Nishino a confermarlo. 2-1 e Colombia KO all’esordio nel Gruppo H. Una sorpresa nella sorpresa perché anche il ct stesso di Nagatomo & Co. può essere considerato una rivelazione della competizione. Pensate che siede sulla panchina del Giappone da… appena 2 mesi!
Sconosciuto in Europa ma idolo in patria, Nishino. Ex giocatore del Kashiwa Reysol – dove ha trascorso 12 anni – e della Nazionale giapponese. Sessantatreenne che vanta però una discreta esperienza in panchina, in particolare col Gamba Osaka, club col quale ha vinto il titolo giapponese e la Champions League asiatica, anche se viene soprattutto ricordato per il successo sul Brasile di Ronaldo e Roberto Carlos con l’U23 per 1-0 alle Olimpiadi di Atlanta del 1996. Dopo due avventure non particolarmente fortunate con il Vissel Kobe ed il Nagoya Grampus, dal marzo 2016 Nishino infatti stava ricoprendo il ruolo di direttore tecnico della JFA. Un uomo della Federazione: proprio così.
Fino a quando due sconfitte in amichevole contro Mali e Ucraina hanno convinto la stessa Federazione Giapponese ad esonerare l’ormai ex ct Vahid Halilhodzic, colui che aveva trascinato il Giappone a Russia 2018 vincendo il Gruppo B delle qualificazioni asiatiche. Una scelta singolare, sì. Soprattutto visto l’incoraggiante precedente del bosniaco ai Mondiali del 2014, quando arrivò fino agli ottavi di finale con l’Algeria. Ma aveva perso la fiducia dello spogliatoio in seguito a prestazioni deludenti e ad alcune uscite non proprio popolarissime riguardanti le performance dei suoi. Senza contare un rapporto mai sbocciato, per dirla con un eufemismo, con la stampa locale.
Così, su due piedi, ecco Nishino ct a 2 mesi dalla competizione. “Se avessimo avuto più tempo saremmo andati su un altro profilo, ma a questo punto Nishino era la scelta migliore”, parola dei vertici della Federazione nipponica. Non proprio un attestato esemplare di stima… anzi. Il diretto interessato però si è dimostrato sereno e deciso fin da subito nonostante due sconfitte nelle sue prime tre partite da ct (ko contro Ghana e Svizzera e vittoria col Paraguay). “Se i giocatori giocheranno da squadra, ci daranno qualcosa di extra. Io voglio ottenere risultati. È il Mondiale e voglio dimostrare che possiamo dire la nostra”. Lanciando anche una piccola frecciatina al ct della Colombia Pekerman: "Ha avuto quattro anni per prepararsi, mentre io poche settimane e questo fa una grande differenza”.
Ieri tuttavia, alla vigilia del match, si era dimostrato meno sicuro di se stesso rispetto alle precedenti uscite. Il motivo è semplice: si era detto preoccupato per la tenuta mentale dei propri giocatori a causa del terremoto avvenuto ad Osaka in mattinata con una magnitudo di 6.1 e che ha causato la morte di 4 persone con oltre 200 feriti. “I ragazzi sono scioccati e molto preoccupati per i parenti in Giappone”.
I suoi in campo però hanno risposto non alla grande, di più. Alla grandissima. Sovvertendo i pronostici e scrivendo una piccola pagina di storia del Giappone visto che la nazionale del Sol Levante fino ad oggi non aveva mai battuto una sudamericana alle fasi finale di un Mondiale.
Soddisfazione doppia per Nishino: “Siamo stati aggressivi fin da subito. Ho detto ai miei giocatori che avremmo dovuto giocare meglio della Colombia per vincere”, ha dichiarato nel post partita. Chiaro segnale di come, almeno per lui, nel Mondiale definito finora “delle sorprese”, il suo Giappone fosse meno sorpresa di tante altre. In un Gruppo H che ora si prospetta più equilibrato che mai.