Lukaku: “Con il rinnovo sarei rimasto all’Inter. Un giorno alla Juve o al Milan? Mai”
Tutte le parole di Romelu Lukaku, che, a Sky, ritorna sulla esperienza all’Inter e parla della situazione attuale al Chelsea
Romelu Lukaku sceglie i microfoni di Sky Sport per raccontarsi sei mesi dopo l’addio all’Inter e all’Italia per tornare al Chelsea e in Inghilterra.
Fisicamente sta bene, anche meglio di prima
“Fisicamente sto bene, ancora meglio di prima, questa è una cosa che dopo due anni in Italia, in cui ho lavorato tantissimo con la squadra Inter con preparatori e nutrizionisti, rimane per sempre, fisicamente sto bene”, ha debuttato così Lukaku. Prima di arrivare a toccare tasti un po’ più dolenti.
“Non sono contento della situazione, questo è normale”, ha proseguito. “Il mister ha scelto di giocare con un altro modulo, io devo solo continuare a lavorare ed essere professionista. Stiamo cercando di trovare modulo dove io e lui possiamo trovarci, un modo per aiutare squadra al meglio perché ora siamo in una zona in cui la situazione è complicata. Il mister ha fatto una scelta e io devo continuare a lavorare. Poi a un certo punto parleremo con Tuchel e vediamo la situazione“.
Il passato all’Inter e i motivi per cui è finita
Romelu Lukaku ha vissuto un periodo meraviglioso in Italia, decisamente il migliore della sua carriera. Eppure ha deciso di andarsene e l’ha fatto solo per questioni di tifo per il Chelsea:
“Penso sempre a Milano. Lì ho vissuto il migliore momento della mia carriera da professionista. A livello di professionista devo ringraziare veramente i compagni che dal primo giorno sono stati disponibili con me, lo staff di Antonio Conte, anche di Simone Inzaghi per il mese che abbiamo passato insieme sono sempre stati a disposizione. Dirigenti e tutto questo veramente al top. Ma la gente di Milano, i tifosi dell’Inter sono veramente i migliori del mondo“.
“Tutto quel che è successo non doveva succedere, così. Come ho lasciato l’Inter, come ho comunicato con i tifosi questo mi dà fastidio perché non è il momento giusto adesso, ma anche quando sono andato via non era il momento giusto. Adesso è giusto parlare perché ho sempre detto ho l’Inter nel cuore, io tornerò a giocare lì, lo spero veramente. Sono innamorato dell’Italia, questo giustamente è il momento di parlare e di fare sapere alla gente cosa è successo veramente senza parlare male delle persone“.
“Da calciatore io sono cresciuto da bambino che tifavo Chelsea, era la squadra del cuore a 11 anni, ci sono anche delle immagini di quando sono andato a Stamford Bridge per la prima volta, avevo 15 o 16 anni. La prima volta che sono andato là avevo 18 anni e non è andata bene. Però io avevo sempre quella sfida in testa. Io sono così: nella mia carriera cerco sempre di affrontare la difficoltà, non so perché ma è sempre stato così.”
L’offerta del Manchester City
Prima di passare al Chelsea, l’Inghilterra poteva ritornare prepontemente protagonista nel suo percorso, al termine del primo anno trascorso all’Inter. A volerlo era il Manchester City di Guardiola:
“Ho rifiutato un’offerta del City che era più alta di quella di adesso del Chelsea. Perché? Non volevo. Pensavo che non era il momento. Pensavo che era il primo anno e non volevo lasciare l’Inter. Volevo fare qualcosa di bene con l’Inter, perché l’Inter, a un certo punto, ha salvato la mia carriera. Ero finito dentro un tunnel al Manchester. Non andava bene. Per l’Inter io ero un grande investimento però alla fine abbiamo fatto grandi cose insieme“.
Una grande opportunita sfumata, insomma. A cui, però, ha fatto prevalere il suo amore e la sua gratitudine per un club, che lo ha rivitalizzato e con il quale avrebbe voluto prolungare la propria avventura:
“Dopo il secondo anno, quando abbiamo vinto lo scudetto, io sono andato dai dirigenti e ho chiesto rinnovo di contratto perché avevo 28 anni; la mia famiglia a Milano stava bene, ho ancora appartamento lì. Nel calcio ci sono tre squadre che sono top assoluto nel Mondo per me: Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco, nella mia testa. Tutti i giocatori hanno il sogno di mettere un giorno la maglia di uno di questi 3 club. Io dico la verità. Io pensavo di fare mia storia con l’Inter e se un giorno ci fosse stata la possibilità di andare in una di queste 3 squadre sarei andato via dall’Inter. Ma prima volevo rinnovare. Dopo due anni avevamo fatto grandi cose con la squadra e io volevo continuare questa progressione di gruppo, non solo la mia: Lautaro, Nicolò, Skriniar e Bastoni, giocatori con cui sono cresciuto. Tutti insieme. Allora non è successo e dopo mi sono detto: se non succede c’è solo una squadra dove mi posso immaginare, il Chelsea. Però mi ha dato fastidio di non fare o almeno che non abbiano provato nemmeno a fare il rinnovo. Questo mi ha fatto male. Anche perchè i soldi non centravano“.
Il suo rapporto con l’Inter
L’ex numero 9 nerazzurro racconta il momento in cui è maturata la possibilità di dire addio all’Inter, campione d’Italia. Inoltre rende esplicito il suo rammarico per non aver lavorato abbastanza con Inzaghi:
“Sarei rimasto al 100% ma non dobbiamo parlare di questo. Conte è andato, Hakimi è andato, lì c’era qualche voce sulla società in difficoltà, e io anche lì non ho detto niente; ho sempre avuto buon rapporto con società, con tifosi, e con mister Inzaghi. Lui mi ha chiamato appena società lo ha annunciato. Subito dopo ha chiamato me. Io ero a Brussels a fare un giro con i miei amici. Mi ha spiegato come voleva giocare con me. Io lo conoscevo un pochettino perché aveva allenato alla Lazio mio fratello. E mio fratello mi ha parlato molto bene di lui. Veramente Inzaghi ha rapporto umano e come allenatore lo metto tra i top“.
Sebbene non sia più vestito di nerazzurro, l’Inter è rimasta nell’animo del gigante belga, che continua a seguire le gesta dei suoi ex compagni:
“Seguo sempre l’Inter. Guardo tutte le partite. Inzaghi tatticamente è davvero forte. Le sue squadre fanno tantissimi gol. Io conosco il suo modulo perché mio fratello lo ha avuto per 5 anni alla Lazio. Io sapevo che lui poteva dare questo step in più nel gestire la palla. Adesso la squadra non gioca come l’anno scorso. Adesso gioca di più. Segnano tantissimi giocatori, Calhanoglu sta facendo bene e sono contento per lui. Spero che quella squadra vinca, sono i giocatori a cui voglio sempre bene perché è grazie a loro che sono Romelu Lukaku di oggi“.
Lautaro e Conte: la sua rinascita passa da loro
La levatura del giocatore è davvero consistente attualmente e il merito va attribuito a due persone in particolare: Lautaro Martínez e Antonio Conte. Sul suo ex gemello del gol interista, Lukaku spende solo parole al miele. Il rapporto è davvero straordinario sia umanamente che tatticamente. Punto di vista che spera di recuperare magari di nuovo all’Inter:
“Che Lautaro rimanga là, torno io all’Inter. Dal primo giorno, quando l’ho guardato, sapevo che insieme potevamo fare grandi cose insieme, perché lui ha un gioco che per me era top. Ogni volta che ricevevo palla, sapevo che, se io dribblavo 3 o 4 giocatori, lui era davanti alla porta pronto a fare gol e lui uguale. Se aveva bisogno di una sponda, poteva cercarmi sempre. Era una cosa naturale anche perché parliamo tutti e due spagnolo e questo ha aiutato tanto. Per me Lautaro di tutti i compagni che ho avuto è top 3. Gli altri due sono de Bruyne e Hazard“.
Quindi il focus verte su Conte e sulle due versioni in cui lo ha frequentato e frequenterà: quella da mentore e padre putativo nell’Inter e di acerrimo avversario in Premier League.
“Parliamo tantissimo. Non solo di calcio ma delle cose della vita, lui sa tanto della mia vita personale. Mi ha fatto male quando lui è andato via dall’Inter. Mi ricordo ero a Dubai a cena con mio fratello. Lui mi ha scritto per dirmelo. Averlo come avversario è un altro stimolo per me per fare meglio, perché vincere contro quello che ti ha dato tutto e ti conosce molto bene, sarà anche meglio. Io non ho mai vinto contro Conte, da avversario. Questa è una sfida per me, voglio vincere una volta contro di lui. Lui per me è stato grandissimo. Mi ha aiutato a livello mentale tantissimo. Mi ha insegnato a non mollare e andare avanti fino alla fine. Lavorare tanto. A essere professionista“.
“Juve o Milan? Mai”
Prima di trasferirsi all’Inter, Lukaku aveva avuto contatti serrati con la Juventus. Ma questa situazione fa parte del passato. I bianconeri, così come il Milan, non potranno mai essere dei futuri approdi per il centravanti dei blues: “Mai, mai, mai, mai“, questa la risposta piuttosto chiara del belga.
“Devo essere onesto loro hanno provato. Ma io devo dire che quando ho saputo che Conte andava all’Inter, non c’è stata ragione. Mi sono anche arrabbiato con il mio procuratore. Lui sapeva che io non volevo parlare con la Juve perché in Italia c’è solo Inter. E’ sempre stato così. Ma ho parlato con loro perché non ho ancora ricevuto l’offerta dell’Inter; quando ho saputo ad aprile che Inter prendeva Conte mi sono detto: dai che c’è la possibilità. E ho aspettato fino alla fine che Zhang facesse offerta allo United. E ho detto che, se anche Juve faceva offerta migliore, no! Mai andare alla Juve. Come del resto non andrò mai al Milan. E’ chiaro adesso che in futuro quando torno in Italia o gioco per l’Inter o torno nell’Anderlecht“.
Le scuse ai tifosi dell’Inter
La chiacchierata con Lukaku si chiude con le scuse rivolte ai suoi ex tifosi dell’Inter, che tanto bene gli hanno voluto:
“Per prima cosa, io voglio rendere un grande scusa ai tifosi dell’Inter, perché io penso che la maniera in cui me ne sono andato doveva essere in un altro modo. Io dovevo parlare prima con voi, per le cose che avete fatto per me. Io spero davvero nel fondo del mio cuore di tornare all’Inter non in fondo alla carriera ma a un livello ancora buono per sperare di vincere di più. Questo è un sogno per me. Io spero che voi capiate il perché sono venuto qui, giusto per la sfida che volevo fare qui nel Chelsea. Tifosi italiani grazie per il rispetto e tutto l’amore; giocare in Serie A è un sogno che è diventato realtà. Speriamo di vederci in qualche anno. Peace and love“.