La vicenda inerente a Luis Suarez continua a far parlare. La procura di Perugia continua ad indagare dopo aver emanato un decreto di perquisizione e di ispezione informatica, dai quali sono emerse alcune conversazioni tra i vertici dell’Università.
Dalle intercettazioni è emersa una conversazione dell’avvocato Maria Turco con il direttore della facoltà Simone Olivieri, nelle quali si parlava di ulteriori calciatori che in futuro avrebbero potuto sostenere esami nell’università umbra.
Il comunicato
Questo pomeriggio sono arrivate anche le parole dell’avvocatessa.
“Nelle mie funzioni di legale, ho messo in contatto lo staff del calciatore Luis Suarez con l’Università per Stranieri di Perugia. Tale contatto faceva seguito alla verifica dei requisiti necessari per l’ottenimento della cittadinanza italiana e alla constatazione che il calciatore non fosse in possesso del certificato B1, richiesto dalla normative in vigore.
Quest’attività di contatto è riscontrata dalle mail intercorse tra l’entourage del calciatore e l’ente universitario, nelle quali, per pura cortesia, la sottoscritta è in cc (copia conoscenza), ma non destinataria. In altre comunicazioni, dello stesso tenore, ho interloquito con il Servizio Relazioni Internazionali Erasmus e Mobilità della stessa università per avere e trasmettere le indicazioni burocratiche circa l’erogazione del corso on line e l’eventuale successiva iscrizione all’esame in oggetto.
Preciso che le mie parole, captate con intercettazioni telefoniche, sono state oggi, evidentemente per necessità di sintesi, riportate fuori contesto e in maniera incompleta. Proprio nel corso di quelle intercettazioni telefoniche, infatti, ho espresso chiaramente la richiesta che la procedura d’esame avvenisse, come previsto, “in presenza” e senza alcun tipo di trattamento di riguardo rispetto a qualsiasi altro candidato. Presumo che un’analisi attenta di tali conversazioni potrà dimostrarlo senza ombra di dubbio.
Quanto al riferimento ad “altri calciatori”: è del tutto evidente che, trattandosi della prima volta che seguivo una vicenda collegata alla certificazione di conoscenza della lingua italiana, le mie parole siano da interpretare come un bagaglio di conoscenza procedurale da utilizzare per casi futuri, solamente laddove ce ne fosse la necessità. Nessun accordo dunque. Nessuna trattativa. Semplicemente una presa d’atto”.
Come noto alle cronache, peraltro, il calciatore non è stato tesserato in Italia e la società che, in quella fase, si era interessata a lui, aveva poi esplicitamente cambiato obiettivi di mercato. Rimango a disposizione delle Autorità competenti, laddove lo ritenessero, per fare ulteriore chiarezza sul mio operato professionale”.