“Metamorfosi”. Citare Ovidio per raccontare Luis Alberto. Perché il suo percorso è un’altalena di emozioni, la sua storia un volume di capitoli.
Alcuni sono chiari, altri bisogna tradurli, se lo conosci è un po' più semplice. Lo spagnolo ha abbandonato il grigio abbracciando i colori, l'ha fatto di nuovo, sembra tornato ai livelli di due ritiri fa, quando Inzaghi lo piazzò in regia in una seduta come tante dopo una stagione no. Un po’ a sorpresa ma con sicurezza.
Primo anno da rivelazione, secondo in ombra con pochi guizzi. Colpa della pubalgia, degli infortuni e di una luna storta troppo frequente.
Oggi Luis Alberto è tornato. Inventa, dribbla, strappa gli applausi dello Zandegiacomo e rinasce ancora, ormai è abituato. La ‘ruleta’ per liberarsi e un destro-sinistro nello stretto, un lancio al volo ad aprire il gioco e una rete di destro su assist di Lazzari, anche oggi tra i migliori in campo. Mago show sotto le Tre Cime, gli portano bene, prima il gol e poi l’assist per Correa. La Lazio vince 5-0 con l’Entella e Luis Alberto si prende la scena (doppiette di Patric e Correa).
Testa alta, giocate di suola. Nonostante l’alone del Siviglia (ha casa lì, ci ha trascorso le vacanze) e le note stilettate: “Non ho capito le parole di Lotito”.
La Lazio, invece, i suoi messaggi al rojiblanco: “Questa è casa mia”. I due si sono chiariti, il confronto ha portato il sereno, mercato permettendo. Per Inzaghi è indispensabile, ha preteso la sua permanenza e gli ha regalato una nuova vita da mezz’ala.
Luis Alberto prepara il riscatto e riparte da Auronzo, dov’è diventato grande. Due anni fa ne uscì da rivelazione, l’anno scorso prese il 10 di Felipe Anderson ma non riuscì a smaltire l’infortunio di fine maggio. Oggi è uno di migliori. Anche nelle partitelle, soprattutto in amichevole, 4 reti totali.
È tornata la luce, brilla e fa brillare, sembra quella di due anni fa. Metamorfosi.