Gli ultimi 5 anni della carriera di Julen Lopetegui sono la rappresentazione perfetta di come il calcio possa distruggerti. Sia come professionista che come uomo, ma può dare sempre una seconda (o infinite) possibilità. Dall’esonero dalla nazionale spagnola all’Europa League con il Siviglia, dall'esperienza lampo al Real Madrid alla rinascita con il Wolverhampton. Ora in Inghilterra, Lopetegui è tornato
Lopetegui, traditore e tradito
Ma facciamo un passo indietro. Lopetegui è salito per la prima volta sulla giostra del grande calcio europeo sulla panchina del Real Madrid. Ottime le esperienze con le nazionali giovanili spagnole, al Porto fa il suo, mentre con la nazionale maggiore spagnola va tutto a rotoli. Non per i risultati sul campo, anzi: si qualifica con facilità al Mondiale in Russia del 2018. Ma a due giorni dall’esordio viene cacciato. Lopetegui aveva reso noto che al termine del torneo sarà il nuovo allenatore del Real Madrid, dopo che due settimane prima aveva annunciato il rinnovo con la nazionale. Un comportamento che il presidente della Federcalcio Rubiales, insediatosi pochi mesi prima, non tollera. Esonero immediato e in panchina ci va Hierro.
Lopetegui diventa l’allenatore più odiato della Spagna. Abbandona la patria per accettare l’offerta del "potere". Raccoglie un’eredità troppo pesante come quella di Zinedine Zidane e deve far dimenticare ai Blancos l’addio di Ronaldo. Inizia male perdendo la Supercoppa Europea contro l’Atletico Madrid, poi rimane imbattuto per 7 partite consecutive fino al primo tracollo contro il Siviglia: 3-0. Da lì quattro partite senza vincere e la manita nel Clasico contro il Barcellona. Il 28 ottobre Julen Lopetegui non è più l’allenatore del Real Madrid. Un’esperienza durata 138 giorni. Da scacciare il prima possibile.
Un basco in Andalusia
Al termine di quella stagione, arriva la firma con il Siviglia. Un basco in Andalusia, caratteri molto diversi, ma con lui sembrano complementari. Tanto da vincere il suo primo trofeo internazionale, l’Europa League. La vittoria in finale contro l’Inter regala al Siviglia la sesta UEL. Forse proprio perché la sesta non gli viene dato tanto peso. Nella stagione 2020/2021 fa rimanere la squadra in Champions League. E basta un inizio di stagione a rilento per prendersela ancora una volta con Lopetegui, che nell’ottobre del 2022 viene cacciato. Un esonero che ha del surreale: ormai da ex allenatore della squadra, Monchi gli chiede se può andare in panchina per un'altra partita dato che ancora non avevano trovato l'accordo con Sampaoli. Lopetegui accetta e si prende l'applauso e l'affetto dei tifosi chenno criticato quell'esonero.
La seconda casa in Inghilterra
In Inghilterra però non ci pensano due volte a pensare a lui. Sono più pratici, sanno dare tempo. Il Wolverhampton fa una prima offerta, ma rifiuta per stare vicino a suo padre malato. I Wolves però insistono e Lopetegui cede: un mese esatto dopo l’esonero dal Siviglia, è il nuovo allenatore del Wolverhampton. È la sua prima esperienza nel Regno Unito, ma sembra integrarsi bene. Porta le pizze in conferenza stampa e fa parlare la classifica. Prende la squadra in piena zona retrocessione, ora è al tredicesimo posto e imbattuto da tre partite. Con lui, il Wolverhampton si reinventa ammazza grandi battendo Liverpool, Chelsea e Tottenham. E la salvezza è sempre più vicina.
Il carattere dei baschi lo si conosce bene. Piuttosto che mollare si dividono in quattro. Lopetegui, forse, non se ne era mai andato