I 60mila dell’Olimpico non ci sono più, Fabio Capello fa il commentatore tv, Aldair&co hanno appeso le scarpe al chiodo da un po'. Tranne Totti, ovvio. Tranne Francisco Govinho Lima, una sorpresa! Perché a 45 anni non è da tutti, anzi. Ve lo ricordate? Roma, Lecce, Brescia e Bologna poi Russia, Stati Uniti e Qatar, adesso Otranto, formazione di eccellenza pugliese: “Sei mesi fa ho conosciuto il presidente e abbiamo trovato un accordo. Giocherò fino a dicembre, poi valuteremo” racconta con il solito sorriso sornione a GianlucaDiMarzio.com. L’esordio una settimana fa, in Coppa contro il Casarano: 45 minuti in campo e anche un cartellino giallo. “La grinta è sempre la stessa - assicura - sono integro fisicamente ed ancora mi diverte andare in campo. Non vedo quindi perché non debba farlo, l’Otranto me ne ha dato l’opportunità e l’ho colta al volo”. La settimana si divide tra campo di allenamento e... libri. Non universitari eh, perché nel futuro di Lima c’è la panchina. “Sto seguendo il corso da allenatore a Taranto. I miei modelli? Senza dubbio Capello, Cavasin, Guidolin e Cosmi. Da ognuno di loro ho cercato di imparare qualcosa”.
foto di Dino Longo
Da un lato il “pendolino” Cafu, dall’altro “Duracell” Lima. I tempi di Roma sono quelli più lucenti della sua carriera: “Ricordo gli striscioni dei tifosi per me, era un’emozione ogni volta. Sono stato nella Capitale tre anni e mezzo, è stata la squadra più forte nella quale abbia mai giocato. Per non parlare dei tifosi, che mi hanno sempre trattato benissimo”. 88 presenze e nessuna rete in giallorosso: “Mi è mancato solo quello, ma Capello mi schierava perché davo una mano a Emerson, raramente si privava di me e lui”. Un gruppo fatto di stelle, che aveva però un appuntamento fisso: “Una volta al mese, al lunedì, andavamo tutti a cena insieme con le famiglie: non parlavamo di calcio, era bello staccare e poter conoscere le persone che c’erano dietro ogni calciatore. Era un angolo di privacy in una città coinvolgente come Roma”. Troppo facile indicare il calciatore più forte con il quale ha giocato (“Totti, senza dubbio”), ma a sorprenderlo più di tutti è stato “Aldair, come calciatore e uomo: era un leader nato, impressionante”.
Bologna e Brescia le tappe di passaggio, ma a Lecce c’è il cuore: “Ho due ricordi meravigliosi, il gol nel 2-0 alla Juventus e i minuti finali da portiere nel 2-1 contro la Reggina”. A causa dell’espulsione di Chimenti, il centrocampista tuttofare si ritrovò in porta, riuscendo a sventare qualsiasi attacco calabrese. La sua esultanza alla fine del match, con un pallone scaraventato in Curva Nord, è una delle immagini più significative della storia del Lecce. Nessun dubbio, invece, sulla partita che vorrebbe rigiocare: “La doppia sfida contro l’Arsenal in Champions League ai tempi della Roma: Montella sbagliò un gol a un minuto dalla fine, vorrà rigiocarla anche lui (ride, ndr)…”. Gli amici nel mondo del calcio sono tanti: “Aldair, Cafu, Emerson, Totti e De Rossi, con il quale ci sentiamo spesso e ci confrontiamo. Daniele è un grandissimo”. Capo carismatico di un gruppo giovane, Lima si è subito calato nella realtà del dilettantismo a cinque anni di distanza dall’esperienza con il Racale: “Qui cambiano i ritmi, i turni di allenamento e il contesto, ma il gruppo ha sempre lo stesso valore. Con i compagni ho subito legato, sono tutti bravi ragazzi. Loro hanno grande rispetto per me, ma anche io ne ho per loro. Dove possiamo arrivare? Non siamo al livello delle big costruite per ambire al salto di categoria ma possiamo creare serie difficoltà a chiunque. Io sono a disposizione di mister Salvadore, personalmente andrei sempre in campo, ma le scelte sono sue”. Dal rispetto all’amore: quello per la Puglia, ormai la seconda casa per chi è cresciuto a Manaus, cuore dell’Amazzonia. “Qui si vive bene, sono innamorato del posto e della cucina: ora vivo a Lecce e il calore della gente che si sente qui mi ricorda tanto le mie origini”. Dove magari un giorno potrà brindare con Totti: “Dice di essere all’ultimo anno? La sua classe è eterna e sarà per sempre legata alla storia della Roma, anche dopo che si sarà ritirato. Ma se volesse venire a dare due calci al pallone qui…”. Ci sarebbe Lima ad accoglierlo, per un pezzetto di storia della Roma catapultata nel futuro.
di Luca Guerra.