Tra infortuni e momenti di forma negativi, il ct dell'Italia Mancini si è ritrovato a dover fare i conti con una vera e propria emergenza in attacco. Per questo il ct azzurro ha convocato l'italo-argentino Retregui, in gol all'esordio nel match contro l'Inghilterra. Nonostante questo, però, il problema resta: dove sono finiti i talenti italiani? Intervistato da La Stampa il responsabile dell'area tecnica del Lecce Pantaleo Corvino ha detto: “Il calcio è fatto di cicli. Abbiamo avuto momenti migliori, concordo ma non mi meraviglio”.
Lecce, Corvino: "In Italia mancano le strutture"
“La spiegazione è semplice: in Italia mancano le strutture - ha continuato Corvino -. È cosi da sempre, ma prima sopperiva la strada ed il calcio era lo sport di tutti i bambini: oggi ci sono tante discipline e non si improvvisano più partitelle nel verde o sull'asfalto. La verità è che tutti i presidenti vedono il settore giovanile come un costo e non come un investimento. E la Federazione non ha mai imposto di dotarsi di impianti adeguai e destinare una percentuale del fatturato ai vivai”.
Il responsabile dell'area tecnica ha poi parlato della carenza di giovani italiani nel Lecce Primavera: “Tutte le società hanno l'obiettivo di formare calciatori in ottica prima squadra. La nazionalità non è determinante, ma poiché non posso competere economicamente con i grandi club, baratto mercato alternativi, come est e nord Europa. Ho scovato promesse in Islanda, Norvegia, Danimarca, Irlanda, Romania, Slovacchia, Slovenia… La Juve ha investito quasi 3 milioni su Mancini del Vicenza: io non potrei farlo”.
Chiosa finale sull'assenza di attaccanti per la nazionale di Mancini: “L'abbondanza e la qualità dei ruoli dipende dai periodi. A volte nascono più punte, a volte più difensori. Resta il problema di fondo: si è persa quella grande palestra che era la strada e non abbiamo strutture idonee”.