Mai pensato di voler stare solo a casa a giocare alla PlayStation o Xbox? Ci sono giovani che riescono anche a farne un lavoro, e guadagnare benissimo. Si parla del fenomeno degli esports.
Cosa sono, lo sappiamo già bene. Si tratta di competizioni che si svolgono solo in virtuale. Ciò avviene grazie ai videogiochi, di solito multigiocatore, su consolle e pc. I gamer sono dei professionisti, che hanno fatto della loro passione un lavoro redditizio. Gli esports si dividono in due. Ci sono i MOBA (Multiplayer online battle arena) e i FPS (First person shooter). I titoli più giocati sono Battlefield, Fortnite, CSGO, Dota 2, LoL e Call of Duty. Non mancano tornei su videogame sportivi come Fifa, NBA 2K e motoristici.
Poi, è vero, questa è una moda. Ma non è nemmeno così recente. Tutto è cominciato negli anni Ottanta, con lo Space Invaders Tournament. I circa diecimila spettatori non si rendevano conto di star assistendo al primo torneo ufficiale di videogame. Da allora gli spettatori, le piattaforme e i giochi si sono moltiplicati. Così, da evento per appassionati del settore, gli esports sono diventati un vero e proprio fenomeno economico. Basti pensare che il giro di affari ha raggiunto il miliardo di euro nel solo 2020.
Ma cosa rende gli esports così seguiti? E quali sono le cifre attuali che riguardano questo fenomeno?
Gli esports in cifre
L’abbiamo detto, lo ripetiamo: questo è un fenomeno in crescita. Nel solo 2020, i suoi eventi hanno attratto circa 500 milioni di spettatori. Proprio per questo, per il 2021 si prospettano ricavi per 1,7 miliardi di euro. Una crescita enorme e un trend che continua a salire, perché negli ultimi 5 anni il giro d’affari è cresciuto in media del 27% annuo.
Su queste basi, non sorprende che le maggiori aziende del settore hanno una valore di 217 milioni di dollari in media. Con i montepremi come maggiore fonte di entrata: il più alto mai offerto è stato nel 2019, quando vennero messi in palio 30 milioni di euro al “The International”.
Non fanno eccezione le scommesse sugli esports. Anche questo è un mercato in crescita: di solito i tornei preferiti dagli scommettitori sono quelli di Fortnite, con un payout minimo di 91,6%. Anche se quelli che ricevono più puntate sono quelli di LoL. Le possibilità di puntata sono ancora limitate, ma anche in questo caso qualcosa sta cambiando. Attualmente, le principali puntate sono su chi vince la partita, chi vince la mappa (specifico per LoL) e la squadra che sparge sangue per prima.
Gli esports in italia
Nel nostro Paese questa novità non si è fatta attendere. Il nuovo rapporto sugli esports in Italia ha scoperto che esistono 475mila fan che seguono ogni giorno tornei di videogame. La cifra triplica se si considerano anche coloro che li seguono una volta a settimana.
Gli eventi più seguiti sono quelli di sportivi e sparatutto, seguiti da battle royale e dai MOBA. Principalmente si seguono tornei giocati da PC, ma si sta affermando il fenomeno dei tornei su mobile.
I dati ci raccontano di un graduale consolidamento di questo fenomeno nell’Italia di oggi. le motivazioni di tanto seguito vanno dall’intrattenimento al fattore community. E poi ce n’è un’altra: scoprire strategie e trucchi da usare quando si gioca in prima persona, come testimoniato dal grande incremento di attività su Twitch nel nostro Paese. Questo social network, infatti, è il più utilizzato per fare streaming di gameplay.
Sergi Mesonero, presidente della ISFE, ovvero la FIFA degli esports, crede che l’ostacolo principale ad una maggiore crescita in Italia, sia la legislazione. Il problema è di fondo: la legge regola i concorsi a premi ed il gioco d’azzardo, all’interno dei quali sono inseriti, secondo la legislazione italiana, anche gli esports. La conseguenza è chiara: impossibilità di investire.
Tra l’altro, pochi giorni fa, l’Osservatorio Italian Esports ha lanciato un registro pubblico per professionisti, agenzie e team. Ciò da diritto ad un OIES Badge, che testimonia la propria competenza nel business negli esports.
Scommesse sugli Esports
Da poco alcuni operatori con licenza ADM hanno aggiunto ai loro palinsesti competizioni di esports, come per esempio bet365, Eurobet e Snai.
Eurobet mette a disposizione dei propri iscritti quote solo sul World Championship di League of Legends, ma segue tutti gli incontri di questo torneo.
Anche la Snai si occupa solo del torneo chiamato World Championship League of Legend. Purtroppo ha meno possibilità di scommessa rispetto agli altri due bookmaker: solo il vincitore di un match.
bet365, attualmente si occupa solamente di LoL e Dota 2. Seguono infatti il torneo chiamato The International, che riguarda Dota 2, ed il World Championship, di LoL. Ci sono tante possibilità di scommessa però. Come i precedenti operatori, per accedere ai servizi bisogna essere maggiorenni e residenti in Italia, l’iscrizione può avvenire inserendo facoltativamente un codice bet365.
Di sicuro, più avanti si andrà, più le possibilità offerte saranno maggiori.
Conclusioni
La crescita nel settore? È chiaro: c’è. E i margini sembrano sempre maggiori, sia dal punto di vista dell’intrattenimento, sia di quello delle scommesse. Ma con tutti i videogiochi diversi, il rischio di creare un po’ di confusione tra i tornei, c’è.
Ma è una confusione di quelle che piacciono. D’altra parte, il senso di community che si avverte quando si seguono gli esports è molto potente. E non può che giovare.