Arrivato in estate al Napoli, in pochi mesi Khvicha Kvaratskhelia è diventato il protagonista assoluto della squadra di Luciano Spalletti. Nel suo primo anno in Italia ha già segnato 13 gol e servito 15 assist in 28 presenze tra Serie A e Champions League.
Nell'ultimo turno di campionato, contro l'Atalanta, ha segnato un gol stupende e anche Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, ha elogiato le sue prestazioni (leggi QUI le sue parole). Con i suoi numeri e i suoi gol Kvaratskhelia ha attirato l'attenzione di tutti e l'esterno del Napoli ha anche recentemente rilasciato un'intervista ai microfoni del New York Times.
Napoli, le parole di Kvaratskhelia
Quella tra il Napoli e Kvaratskhelia è una storia da sogno, come raccontato dallo stesso georgiano: "Da quando sono arrivato mi è sembrato di essere in un sogno. L'inizio è stato così agevole che mi sembrava davvero di vivere un sogno. Ma ad un certo punto, all'inizio, ho dovuto riprendermi, ricordarmi che non ero in un sogno, che quel che vivevo era la realtà, ho dovuto trovare la forza in me stesso per vivere questa condizione".
In pochi mesi, Kvaratskhelia è diventato l'idolo dei tifosi napoletani: "Sono grato per ogni gesto di amore e affetto che la gente mi mostra. So che questi sono un elogio per quello che faccio, ma mi danno motivazione e ispirazione. È una responsabilità enorme. Devo dimostrare ogni partita che posso fare quel che ho promesso di fare".
L'attaccante del Napoli ha poi spiegato il suo stile di gioco: "La libertà è la mia firma. È qualcosa che riconosco in me stesso. Mi sento libero perché amo quello che faccio. Quando sto giocando, quel senso di libertà mi porta via. Gioco con il cuore, ma gioco anche con la testa. Se non usi il cervello, non avrai mai modo di migliorare".
Infine, Kvaratskhelia ha parlato del suo rapporto con Luciano Spalletti: "Mi ha detto cosa si aspettava facessi per la squadra. Abbiamo parlato molto, di concentrarci sul lavoro difensivo, di far parte del gioco di squadra e dell'importanza dello spirito di squadra. Questo è ciò che è davvero importante per lui: lo spirito. Gli allenatori italiani sono famosi per come sanno far rendere bene i propri giocatori".