Dopo la direzione della finale di Conference di due stagioni fa tra Roma e Feyenoord, continua l'ascesa di Istvan Kovacs, selezionato da Roberto Rosetti per l'ultimo atto di Europa League tra Atalanta e Bayer Leverkusen.
Un ulteriore attestato di stima da parte del presidente della Commissione Arbitri della UEFA, che nutre grande considerazione nei confronti dell'arbitro romeno.
Alla scoperta di Istvan Kovacs, arbitro della finale di Europa League
Internazionale da molti anni (addirittura dal 2010), Kovacs ha scalato le gerarchie nelle ultime stagioni, come dimostrano le otto direzioni nell'attuale edizione di Champions League. L'anno scorso gli toccò Milan-Napoli, quarto di finale d'andata: nessun grosso errore ma nel complesso una gestione disciplinare poco convincente.
Tra i pregi di Kovacs ci sono sicuramente la fisicità, la personalità e il decisionismo: è un arbitro capace di leggere bene le situazioni in campo, dalla sua ha una precisione tecnica che lo premia. I difetti? Uno in particolare: la scarsa empatia.
Non dimentichiamo Barcellona-Paris Saint Germain di qualche settimana fa. Giusto il rigore per il PSG per il fallo di Cancelo su Dembelé, corretta anche la decisione che ha indirizzato la qualificazione, l'espulsione di Araùjo per DOGSO (negazione di una chiara occasione da gol) su Barcola. Eppure, nonostante la precisione tecnica, Kovacs non riuscì a evitare che la partita prendesse una piega scomoda: nel finale ci fu grande nervosismo, con alcune espulsioni sulla panchina del Barcellona. Nel complesso furono molti sia e i gialli che i rossi, una nota stonata che racconta l'esuberanza del giovane e qualche difficoltà a farsi accettare dai calciatori.
L'auspicio è che a Dublino la sua capacità di leggere le situazioni e interpretare correttamente gli episodi si accompagni a una migliore gestione anche sotto questo punto di vista. Leggi anche - L'elenco completo degli arbitri di Euro 2024