Adrien Rabiot, in questa stagione è diventato un elemento centrale del centrocampo sia della Juventus che della Francia, con la quale è stato titolare nel mondiale in Qatar, arrivato fino alla finale. In una lunga intervista rilasciata a Tuttosport il centrocampista ha parlato del suo futuro in bianconero e della stagione attuale.
Leggi anche: "Decisivi ma a scadenza: lo strano legame di Rabiot e Di Maria con la Juventus"
Le parole di Rabiot sul suo futuro
Il contratto di Adrien Rabiot con la Juventus scadrà nel 2023. Quindi, i prossimi mesi saranno decisivi per il futuro del centrocampista: “Per il momento non ci sono novità, ma ne parleremo presto: tra circa due mesi la stagione sarà finita e proveremo a discutere. Ma io sono tranquillo. C’è la possibilità di andare via ma anche la possibilità di firmare un altro contratto con la Juve. Mi sento bene a Torino, c’è un buon rapporto coi dirigenti, i compagni e l’allenatore. Lui mi ha aiutato in due anni oltre a darmi molta fiducia. Credo che tutto questo sia importante per stare bene e quindi fare la scelta giusta per il mio futuro”.
La Juventus, dopo un inizio di stagione negativo, adesso si trova in semifinale di Coppa Italia, ai quarti di finale di Europa League, e settima in campionato, a -7 dal Milan quarto, nonostante i 15 punti di penalizzazione. Su questo, Rabiot ha dichiarato: "Nel gruppo c'è tanta voglia di vincere, il DNA del club è chiaro. Senza i 15 punti è sicuro che riusciremmo a centrare la qualificazione per la Champions League ma, per come stiamo andando in questa seconda parte della stagione, dico che potremmo qualificarci anche se dovesse restare la penalizzazione. Io ci credo".
Rabiot e il presunto fallo in Inter-Juventus
In conclusione, Rabiot si è espresso circa il presunto tocco di mano che ha viziato l'azione che ha portato al gol di Kostic. "Inter? Mi ha fatto l'impressione di essere meno forte degli ultimi anni, e anche dell'andata. Del resto hanno perso molte partite. Fallo di mano? Direi proprio di no. In Italia ho capito che è sempre così, quando c’è qualcosa che può far discutere, se ne parla tanto e per tanto tempo".