L'ex juventino Patrice Evra è stato ospite al World Football Summit Asia. Direttamente da lì, il francese ha concesso un'intervista a Tuttosport, parlando di Juventus, di obiettivi e di ambizioni per il futuro.
Le parole di Evra
Evra ha voluto esordire parlando del piazzamento in classifica della Juventus in Serie A, seconda e principale inseguitrice dell'Inter: "La prima parola che mi viene in mente è miracolo. Ma non è così, sarebbe riduttivo. Il lavoro svolto da Max Allegri è stato strepitoso. S’è rimboccato le maniche e ha tirato fuori dal suo cilindro una squadra compatta, solida, aggressiva, combattiva, irriducibi. Scudetto? La Juve è la Juve, ha il tricolore nel suo dna. Gioco poco brillante? Queste sono critiche che molti tifosi muovono ad Allegri. Ma io ribadisco un concetto appreso proprio da Max: per lo spettacolo e il divertimento basta andare al circo, per i tre punti basta tifare Juve fino alla fine. La classifica è fatta di punti da mettere in cascina, non di “numeri” da prestigiatore. E poi c’è un altro aspetto non secondario da considerare: il fatto che all’Inter temono la Juve, sanno che è forte, assetata di “revanche” e di vittorie".
Come mai la Juventus sta facendo così bene quest'anno in campionato? Evra ha una sua opinione: "Non dimentichiamo che la Juventus è arrivata terza l’anno scorso considerando i punti conquistati sul campo e dunque qualcun’altra avrebbe dovuto restare fuori dalla Champions... Poi però non certo per colpa della squadra ci sono stati i 15 punti di penalizzazione in campionato, la multa, l’esclusione dall’Europa. I ragazzi se la sono legata al dito e quest’anno sono rabbiosi, carichi, affamati di rivincita. Vedo molte similitudini con la Nazionale italiana che nel 2006 conquistò la Coppa del Mondo a Berlino, purtroppo contro di noi. La squadra reagì alle decisioni dei Giudici che stavano comminando le sanzioni per Calciopoli. Per questo dico che la Juve ha le carte in regola per vincere lo scudetto".
Infine, l'ex bianconero ha voluto parlare di allenatori, in particolare di quelli che hanno segnato la sua carriera: "Un giocatore cerca di prendere il meglio da ogni allenatore che ha avuto. Non è un mistero che io abbia vinto la Champions al Manchester United sotto la guida del mitico Sir Alex Ferguson. Lui mi dava libertà sul campo, ha sempre voluto che noi imponessimo il nostro gioco in qualunque stadio del mondo senza troppi tatticismi o sofismi. Allegri è un po’ come il “coach” scozzese: il calcio è un gioco semplice, la tattica conta ma fino a un certo punto. Grinta, volontà, applicazione, occhi di tigre alla fine fanno la differenze. Caratteristiche che la mia ex squadra sta sfoggiando...".