Leader e capitano: Danilo è uno dei punti fermi della Juventus di Max Allegri che in questa stagione è tornata a competere per i vertici del calcio italiano. I bianconeri, infatti, sono i principali antagonisti dell’Inter capolista e in fuga a +7.
Nel corso di un’intervista rilasciata a TNT Sports Brasile, Danilo ha parlato anche del momento della Juve e della responsabilità di indossare la fascia di capitano: “Questo è ‘l'anno zero’, un nuovo inizio, in cui vogliamo tornare in Champions League e tornare ad essere rispettati in tutto il mondo del calcio. E, naturalmente, lottare per il titolo fino alla fine, proprio come in Coppa Italia. Il club in questa stagione è molto impegnato nella sostenibilità finanzia, sta pensando a lungo termine”.
“Io capitano? Ammetto che è un orgoglio. Il fatto che la decisione dell'allenatore sia stata accettata così bene, soprattutto dai miei compagni di squadra, mi riempie di orgoglio. Mi sento parte del club e della città di Torino”, ha proseguito Danilo.
L’insegnamento di Gatti
Danilo svela poi un retroscena relativo al compagno di squadra Federico Gatti. “Quando è arrivato alla Juve cercò casa per circa tre mesi. Un giorno gli chiesi se l’avesse trovata e lui mi rispose di aver trovato una vicino all’aeroporto di Torino. Io ho pensato che non fosse un posto dove di solito alloggiano i calciatori della Juventus che magari preferiscono il centro o altre zone. Così gli chiesi: 'Ti piace, ti trovi bene?'. E lui: 'È quello che mi conveniva di più in questo momento'. Era appena arrivato, non aveva un contratto stratosferico, era un giocatore in crescita e ho pensato che a volte gli insegnamenti nella vita arrivano quando meno te lo aspetti. Questo ragazzo, che ha fatto tanta gavetta, è riuscito a darmi questo insegnamento…”.
“Futuro? Penso di finire in Europa. Su Guardiola…”
Danilo ha parlato del suo futuro: “Non sto ancora pensando di tornare in Brasile. L'America Mineiro è stato il mio primo club e penso che quello che ha fatto Moisss è stato molto bello: tornare alle mie origini e chiudere il cerchio. Ma sto pensando di finire la mia carriera in Europa".
Per concludere il difensore della Juventus ha ricordato gli anni al City con Guardiola allenatore: “L’intelligenza di Pep e il modo in cui pensa al calcio, come gestire il tempo e come occupare lo spazio, aiuta a indottrinare i giocatori. Ogni riunione che abbiamo avuto nella sala cinema del Manchester City è stata, come l'abbiamo definita io e Fernandinho, una lezione universitaria di calcio”.