Quando metteva la sveglia alle 5 di mattina Lago Júnior Wakalibille sapeva che avrebbe potuto cambiare la propria vita. Chissà se immaginava di poter cambiare anche la testa della classifica della Liga con un gol, o di poter battere il Real Madrid da solo.
Per arrivare a segnare quel gol il sacrificio è stato tantissimo. Quando era in Costa d’Avorio non aveva modo di giocare a pallone: l’unica soluzione era alzarsi presto e andarsi ad allenare col padre prima della scuola. Allenamenti ad hoc assieme alla persona più speciale della sua vita: faceva il professore informatico e sognava di avere almeno un figlio che facesse il calciatore ad alti livelli, forse per questo ne fece undici, un’intera squadra.
Tra loro però solo Lago Júnior, il secondogenito, è riuscito a fare la differenza, quasi per caso, in un viaggio lunghissimo che unisce difficoltà a traguardi. Un coast-to-coast di emozioni, dalla Costa d’Avorio alle coste delle Baleari, iniziato grazie a un test per calciatori nel post scuola. Sì, per una volta riuscì a giocare a calcio anche dopo le lezioni e grazie ai suoi 16 gol nel primo campionato disputato venne selezionato da un osservatore spagnolo per prendere parte a un torneo da giocare in Burkina Faso.
“Era il primo uomo bianco che vedevo in vita mia e mi portò per la prima volta per giocare questo torneo. Ero piccolo e molto emozionato”. E in quel torneo fece la differenza, grazie a un’esplosività nelle gambe che fece interessare tanti club spagnoli. Alla fine lo prese il Numancia, prima divertente grande gaffe della sua carriera. “Cercavo dove stesse Numancia sulla cartina della Spagna, ma mi dovettero spiegare che la città si chiamava Soria”.
Finite le risate però iniziarono i problemi. L’escursione termica tra Soria e la Costa d’Avorio rappresentava un grande problema per il suo adattamento al calcio europeo. Sciarpe, guanti e protezioni erano il modo per contrastare un freddo che accentuava in maniera crudele le differenze tra il calcio di casa sua e quello della sua nuova realtà. Ancor di più rispetto agli allenamenti, totalmente differenti rispetto a quelli della Costa d’Avorio. “In Africa ci allenavamo con un po’ di corsetta, poi un 11 vs 11 e tutti a casa, qui si lavora tanto su posizione e tattica, il nostro calcio è solamente fisico”.
A più di dieci anni di distanza però la musica è cambiata. Da Soria si è spostato a Palma, decisamente più a suo agio per clima e modus vivendi. Col Mallorca ha vissuto tutti i momenti, dai più brutti della terza divisione fino alla rinascita e allo storico ritorno in Liga. I Bermellones non giocavano da 7 anni con il Real, a alla prima al Son Moix dopo tanto tempo è arrivata una vittoria che lascia il segno. Nella storia del club e in quella di Lago Júnior, il ragazzo arrivato dall’Africa con una storia all’insegna dei grandi cambiamenti, il protagonista ideale per segnare lo splendido gol che può cambiare la storia di questa Liga.