Joao Mario: “Vorrei rimanere alla Lokomotiv. Sono qui per giocare”
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Data: 10/12/2019 -

Joao Mario: “Vorrei rimanere alla Lokomotiv. Sono qui per giocare”

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Quaranta milioni di euro spesi dall'Inter, nell'estate del 2016, per portarlo a Milano. Un anno e mezzo in nerazzurro, prima dei sei mesi di prestito al West Ham e del ritorno all'Inter. Infine, lo scorso agosto, la cessione alla Lokomotiv Mosca in prestito con diritto di riscatto. Joao Mario, a 3 mesi e mezzo di distanza, non si è affatto pentito della sua ultima scelta: “La mia decisione è stata rapida, anche perché conoscevo le intenzioni dei nerazzurri nei miei confronti. Cercavo una squadra che giocasse in Champions e che fosse interessata a me, solo queste due condizioni. Volevo giocare per conquistare la convocazione ad Euro 2020, perciò non avrebbe avuto senso andare via per stare sempre in panchina” ha affermato il portoghese a Sport24.

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“Tra Lokomotiv e Inter sceglierei la prima”

Sono contento che la Lokomotiv mi abbia dato questa possibilità, giocare la Champions è stato qualcosa di indimenticabile. Peccato per la mancata qualificazione all’Europa League, ora a marzo torneremo e darò tutto per portare il club in Champions anche l’anno prossimo”. Ma allora, per il proprio futuro, Joao cosa sceglierebbe tra Milano e Mosca? “Preferirei rimanere alla Lokomotiv. Mi piacciono sia la squadra che la città, ma nel calcio non puoi mai sapere come andrà. Spero che il club russo possa riscattarmi”. Detto da chi, circa due anni fa, fu definito da Cristiano Ronaldo come uno dei giovani portoghesi più promettenti d’Europa: “Questa è la vita, un passo sbagliato e cambia tutto. L’importante è saper imparare da ogni esperienza. Adesso qui sono felice”.

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“Serie A molto tattica, difficile da giocare”

Perché non sono riuscito ad impormi in Italia? La Serie A è il campionato più complicato in cui giocare” ha proseguito Joao Mario. “Anche la Premier è difficile per l’aggressività, ma ti ci abitui velocemente. In Italia invece ci vuole molto per imparare tutta la tattica che si applica. In Russia invece è tutto differente, ci sono cinque o sei squadre che lottano tra loro. È un bel campionato, ma non è paragonabile alla Serie A e alla Premier League”.

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