In Norvegia Jo Inge Berget è da sempre considerato un talento forse mai esploso del tutto.
Con 31 primavere alle spalle il fantasista norvegese è uno dei simboli del Malmö, prossimo avversario in Champions della Juventus, un personaggio di cui spesso si è discusso e non solo per le sue giocate in campo.
Jo Inge Berget, fantasista giramondo
Un vero e proprio giramondo: dalla Norvegia all'Inghilterra passando per Scozia e Svezia. Ma nel passato di Berget c'è anche l'Italia: nel 2008 l'Udinese sceglie di puntare su un ragazzino di belle speranze non ancora maggiorenne aggregandolo alla formazione primavera. Ma le cose non vanno come Berget si augurava, tanto da far ritorno in patria dopo appena sei mesi. "Quando ho scelto di trasferirmi in Italia l'ho fatto perchè pensavo che lì sarei potuto diventare un calciatore professionista. Ma questo non è accaduto. Non ho avuto la possibilità di giocare in Prima squadra, così sono rientrato subito. Per me è stato un bene tornare a casa e ripartire con la mia carriera", dichiarò Berget qualche anno dopo dopo l'esperienza poco fortunata in bianconero.
Nel curriculum di Berget anche l'esperienza al Celtic dove, al netto di prove non esaltanti, conferma ciò che in Norvegia si dice sul suo conto, ovvero che la simpatia non è proprio il pezzo forte della casa. “Il Celtic è un club enorme con grandi giocatori e di livello altissimo, migliore di quelli con cui sono stato abituato in Norvegia", dichiarò Berget al suo arrivo in Scozia provocando non poche polemiche. "Mancanza di tatto" fu il commento più carino rivolto all'indirizzo di Berget da parte di chi, con quelle parole, si sentì chiamato in causa.
Jo Inge Berget, il "fedelissimo" di Solskjaer
Tra i due un rapporto di stima assoluto con Berget e Ole Gunnar Solskjaer che hanno condiviso due esperienze. Al Molde, entrambi dal 2011 al 2013, hanno fatto la voce grossa: due campionati norvegesi, una Coppa di Norvegia ed una Supercoppa in bacheca, con Berget autentico protagonista. Lasciato il Molde, Solskjaer vola in Inghilterra accettando l'offerta del Cardiff, portando con sé proprio il suo fedelissimo. "Sa come gioco: è forte, intelligente, furbo. Sa cosa fare sul campo, per noi sarà utilissimo", le parole dell'allenatore quando l'arrivo di Berget era ormai cosa fatta, peccato che le sole due presenze tra campionato ed FA Cup e la retrocessione del Cardiff abbiano reso la "rimpatriata" poco fortunata.
Esonero per Kuhn, colpa della barba di Berget
Tornato al Malmö, Berget è il calciatore di livello di un tempo. Nel 2016 arriva la conqusita del titolo, ma a far discutere è tutto ciò che accade dopo. Alla vigilia del match decisivo contro il Norrköping, Berget prende parte al concorso per la "barba più bella di Svezia" : nonostante le critiche arriva il successo con l'allungo decisivo in vetta che porterà alla vittoria del campionato, ma a rimetterci è l'allenatore Allan Kuhn, accusato dal club di aver perso le redini dello spogliatoio e di conseguenza sollevato dall'incarico.
Dopo l'esperienza al New York City, Berget è dal 2019 uno dei punti fermi del Malmö: genio e sregolatezza, un personaggio da sempre al di sopra delle righe.
A cura di Carmine Rossi