La stagione di Florenzi è iniziata alla grande. Sempre titolare in Champions, 6 su 7 le gare dal primo anche in Ligue 1. L'esterno classe 1991 non sta accusando la pressione al Psg, perché le sue spalle sono già larghe. Lo ha dimostrato pure domenica sera nella vittoria dell'Itaia sulla Polonia, partita giocata con la fascia da capitano stretta intorno al braccio.
La chiusura di un cerchio
Lo stadio, il Mapei di Reggio Emilia, gli rievoca ricordi non bellisimi. Lì, con la maglia della Roma, cadendo da solo, si è rotto il crociato. Era il 26 ottobre 2016, quando Florenzi fu costretto a lasciare il campo in barella e fra le lacrime: "Questa è una serata speciale, qui si chiude un cerchio - ha commentato nel post vittoria contro la Polonia - in questo stadio ho pensato di smettere di giocare a calcio, oggi sono tornato con la fascia della Nazionale. E' un giorno che ricorderò per sempre".
I due infortuni consecutivi
109 giorni di assenza, tanto gli costò quell'infortunio al ginocchio. L'inizio di un calvario perché poi Florenzi il 16 febbraio 2017, appena tre giorni dopo il suo rientro in gruppo, subì una nuova rottura del crociato. Sempre del ginocchio sinistro, questa volta però allenandosi con la Primavera di Alberto De Rossi: "È stato un gesto fortuito - spiegò il medico della Roma, Del Vescovo - Alessandro è andato in rotazione con la gamba ancorata al terreno di gioco. Questo ha prodotto un trauma acuto e il legamento si è rotto di nuovo".
Insomma, da quella maledetta partita del Mapei contro il Sassuolo al ritorno in campo passarono 11 mesi. Dal 26 ottobre 2016 al 16 settembre 2017, quando Florenzi tornò a giocare 90' contro il Verona. Un periodo di tempo lunghissimo, durante il quale il ragazzo - come da lui spiegato - ha avuto timore di dover smettere di giocare. A Reggio Emilia, qualche anno dopo, è tornato. Da giocatore decisivo per il Psg e per la Nazionale, con la fascia al braccio. Una favola a lieto fine.