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Data: 07/05/2019 -

Macellari, dall'Inter a un bosco: "La mia nuova vita, tra miele e legna"

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L'intervista all'ex terzino di Cagliari, Inter e Bologna Fabio Macellari, che oggi vive nel bosco, taglia la legna e fa il miele
L'intervista all'ex terzino di Cagliari, Inter e Bologna Fabio Macellari, che oggi vive nel bosco, taglia la legna e fa il miele
strong>Fabio Macellari è l’uomo dalle mille vite. Ve lo ricordate? Terzino sinistro che ha girato l’Italia in lungo e in largo, passando per il Cagliari di Ventura, l’Inter di Lippi-Tardelli e per il Bologna di Guidolin. La Nazionale? Sfiorata per un… ginocchio. Ma ci arriveremo più avanti.

Il calcio fa parte del passato nella vita di Macellari, oggi ha voltato completamente pagina: “Vivo insieme a mio figlio Matteo a Bobbio, in provincia di Piacenza”. Un paesino di circa 3500 abitanti in Emilia Romagna dove l’ex giocatore ha trovato la sua pace: Taglio la legna, faccio il miele e lo zafferano - ci racconta soddisfatto - Ogni tanto lavoro nel panificio dei miei amici, e curo il mio orto”. Macellari versione campagnolo: “E’ un tipo di vita che volevo fare già da tempo, me l'ha inculcata la mia famiglia. Abbiamo un casolare che gestiamo da più di 150 anni e avevo sempre in mente di portare avanti questa tradizione”. Una passione h24: “Prima avevo anche un gruppo rock col quale suonavo, ma ho dovuto mollare perché ho troppe cose da fare”. Anche se: “Mio figlio ha 13 anni e finirà le medie qui, le superiori le farà a Cagliari vicino alla mamma”. Ma il piccolo Matteo è la più grande ragione di vita di papà Fabio: “Io farò un po’ su e giù per stare con lui. Abbiamo un rapporto fantastico”.

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Il calcio? Sullo sfondo. Lontano: “Ogni tanto vedo i big match in tv, ma non sento la mancanza. Se dovesse capitare una situazione interessante la valuterei, ma non sarò di certo io ad andarmela a cercare”. Un’eccezione si potrebbe fare per un amico che non vede da un po': “Mi piacerebbe lavorare con Laurent Blanc. Avevamo un grande rapporto ai tempi dell’Inter, lui mi chiamava ‘petit bijoux’, piccolo gioiello. Quando vinse Mondiale ed Europeo tra il ’98 e il 2000, mi regalò una cartolina dove c'è lui abbracciato ai due trofei. Ancora la conservo”.

Già, perché oggi Macellari taglia e vende la legna, ma alle spalle ha trent'anni da terzino: “Se avessi avuto la testa ne avrei fatti anche dieci in Nazionale”. La sua vita è stata una sliding doors in loop: “Forse cambierei alcuni atteggiamenti, ma se potessi tornare indietro rifarei tutto. Se avessi preso altre decisioni non avrei avuto mio figlio”. Il gol più bello, quello che ti cambia la vita.

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Un po’ come il trasferimento nella grande Inter di Vieri e Ronaldo: “Ero arrivato per conquistarmi la maglia dell'Italia. Con Lippi iniziai bene, poi arrivò Tardelli e non giocai più”. Il 2000-01 fu una stagione maledetta. Per lui e per i nerazzurri: “Era una squadra gestita male”. Eppure c’erano Zanetti e Seedorf, Zamorano e Recoba: “Il più forte di tutti era Ronnie, che bello vederlo mentre si allenava! Ci dicevano di non toccarlo, ma noi non ci azzardavamo nemmeno ad avvicinarci”. In panchina c’era anche un giovanissimo Andrea Pirlo: “Già da ragazzo era fantastico, non capivo come fosse possibile che rimanesse fuori”.

L'intervista continua nella pagina seguente

 

 

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