Tutta la soddisfazione di Antonio Conte dopo aver vinto lo Scudetto si legge nei suoi discorsi legati al campo e al legame creato con la squadra che l'ha seguito dal primo giorno insieme.
Un traguardo rincorso, che doveva essere raggiunto in 3 anni (questo prevedeva il progetto iniziale) e che invece è stato tagliato alla seconda stagione.
Ai microfoni di SkySport, Conte ha spiegato in una lunga intervista il titolo nerazzurro.
Conte: "Vi spiego come si è creato il divario con le altre"
"La stagione non è finita, vogliamo continuare a fare bene e daremo più spazio a chi ha giocato di meno per alcune scelte. Cercheremo fino alla fine di fare del nostro meglio. I ragazzi sanno che pensiero ho a riguardo e cosa mi aspetto da loro. C'è stato un percorso tattico in questi due anni.
Con i ragazzi abbiamo provato diverse situazioni e abbiamo iniziato come avevamo finito l'anno scorso. Quest'anno nelle prime 10/12 partite siamo ripartiti con la stessa idea di calcio, poi è chiaro che gli avversari ti studiano e ti conoscono. Così poi prendi gol.
E penso che la squadra abbia bisogno di equilibrio ma i ragazzi hanno imparato a leggere le partite. C'è il momento di pressare alti e il momento di palleggiare di più. Un allenatore deve capire che ci vuole grandissimo equilibrio tra fare difensiva e fase offensiva. Durante l'anno abbiamo cambiato, ieri per esempio abbiamo giocato con un vertice basso come Brozovic.
Contro il Sassuolo avevamo studiato, loro costruiscono con due centrali e si allenano per fare un tipo di calcio fatto di possesso e fraseggio. Noi abbiamo studiato questo tipo di situazione.
Una grande squadra non deve avere un solo copione ma deve studiare l'avversario senza però snaturarsi. Questo ci ha permesso di avere questo divario con le altre e non c'è stata storia praticamente".
Conte: "La squadra si è fidata totalmente di me"
"Un mio capolavoro in questi due anni? La cosa più bella che mi sia capitata è di trovare un gruppo di lavoro che si è fidato totalmente della mia proposta e della mia leadership. Questa è stata la cosa più bella. Poi la crescita di tutti i calciatori ha portato a questo risultato.
Io a inizio stagione dissi: "Ho bisogno della crescita di ogni singolo calciatore". E l'hanno fatto. E' la soddisfazione più bella. Non sono più giocatori che partecipano, ma giocatori che vincono.
Mi fa piacere essere accostato a Trapattoni, grande allenatore e grandissimo uomo. Ho avuto la fortuna di incontrarlo alla Juventus, era il mio allenatore e se non fosse stato per lui non avrei fatto il percorso che ho fatto".
Conte: "Non è facile vincere qui"
"Non è facile vincere con l'Inter. Chi ha giocato in questa squadra e chi l'ha allenata capisce che è una situazione complicata. Devi entrarci dentro, devi capire delle dinamiche, devi stare al gioco.
Ma non devi mai snaturarti. Non l'ho mai fatto. Anche i tifosi poi hanno apprezzato il fatto che ho sposato la causa. Sono contento perché sono stato chiamato qui per riportare all'Inter la vittoria. Mi erano stati dati 3 anni, esserci riuscito in 2 mi riempie di soddisfazione. #ConteOut dell'anno scorso? Erano tanti tifosi delle squadre avversarie...".
Conte: "Noi, squadra moderna. Mai detto 'belle bugie' ai giocatori"
"L'Inter gioca un calcio moderno. Sappiamo fare tutto: la costruzione dal basso, il contropiede, l'attesa. E' una squadra moderna e i giocatori sanno riconoscere i momenti della partita sapendo anche i propri difetti e provando sempre a limitarli. Mi piace la mia squadra, mi piace rivedere le partite e i gol. Il primo gol con il Crotone è un'opera d'arte. La squadra esalta il singolo.
Ai miei giocatori non ho mai raccontato una 'bella bugia' pur di non andare allo scontro. Apprezzo di più uno che dice le cose in faccia a chi dice tante fesserie. Questa per me è la base per creare un rapporto forte con i calciatori".