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Lo sfogo, le frizioni: il punto sulla frattura tra Inter e Conte

La frattura tra Inter e Conte è ormai pubblica e difficilmente sanabile. Lo sfogo dell’allenatore nerazzurro dopo la partita con l’Atalanta ha aumentato la distanza tra le parti. “Dovrò parlare col presidente, non mi piace quando la gente sale sul carro. Bisogna starci sempre. Non c'è stata protezione, se si è deboli è difficile proteggere la squadra e l'allenatore”. Parole forti e la dirigenza come solo obiettivo.


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Da una parte chi scende in campo, dall’altra chi siede dietro la scrivania. Le frizioni sono evidenti e la separazione consensuale tra Inter e Conte diventa lo scenario più probabile. “Farò le mie valutazioni”, ha detto l’allenatore dopo l’Atalanta. Quel momento è già arrivato. Solo un deciso intervento presidenziale potrebbe risanare la frattura, che al momento appare però difficilmente ricomponibile.

L’Inter non vuole però procedere all’esonero, aspetta quindi un passo indietro di Conte, che ha ancora due anni di contratto a 12 milioni di euro netti a stagione. In caso di addio consensuale il club nerazzurro punterebbe dritto a Max Allegri: la soluzione più facile da percorrere per conoscenze, velocità d’inserimento, gestione e ovviamente i grandi risultati ottenuti in Italia con Juve e Milan.


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La storia tra Inter e Conte potrebbe durare quindi appena 12 mesi. Uno scontro di opinioni netto che sta avvicinando giorno dopo giorno l’addio. Da una parte l’allenatore che imputa alla società mancanza di protezione nei momenti critici e una gestione poco attenta alle questioni extra campo. Dall’altra la dirigenza, che crede invece di aver dato segnali chiari della voglia di puntare subito in alto. In mezzo un possibile divorzio anticipato e la figura di Allegri sullo sfondo.


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