Le mani a coprire il viso e gli occhi lucidi, ma incapaci di nascondere l’emozione. “Non riuscivo proprio a crederci! Io ero andato lì a finire l’azione e invece ho fatto gol”. E che gol, bellissimo. Tiro potente e preciso da fuori area, traiettoria imparabile. “Bello sì, l’ho rivisto più volte anche io”. Da quel destro al volo ad oggi sono trascorse circa 72 ore, ma la voce di Simone Pontisso è ancora tremante. “Sognavo un esordio così, il primo pensiero è andato subito alla mia famiglia, alla mia ragazza”. Centrocampista classe 1997, etichetta di enfant prodige appiccicata addosso e una ‘prima’ da favola in Serie B con la Spal. Ma, sia chiaro, è solo l’inizio.
“Sono giovane, devo crescere tanto e spero che il mister mi dia altre opportunità per giocare e mettermi in mostra durante la stagione”. Vista la prestazione (gol a parte) contro l’Ascoli, la sensazione è che la strada intrapresa sia quella giusta. “Qui alla Spal c’è un entusiasmo incredibile – racconta Pontisso in esclusiva ai microfoni di GianlucaDiMarzio.com – ed i tifosi ci sono davvero vicini. C’erano tante squadre interessate a me in estate, ma è bastata una chiamata del direttore (Vagnati, ds Spal ndr) per convincermi: ha usato le parole giuste, il resto lo ha fatto la storia di questo club. A Ferrara poi si vive bene”.
Voce un pizzico nostalgica almeno per qualche attimo, per Pontisso quella alla Spal è la prima esperienza lontano da casa. Una casa che ha i colori bianconeri di Udine e dell’Udinese. Tutta la trafila del settore giovanile, poi una data da cerchiare in rosso sul diario della propria vita: 31 maggio 2015, esordio in Serie A contro il Cagliari. “Mi allenavo con la Prima Squadra già da due, tre settimane: è stato un momento unico, indescrivibile. Entrai ad inizio secondo tempo, la maglia di quella gara la tengo custodita gelosamente a casa mia. Dirò sempre grazie a Stramaccioni per avermi fatto esordire. Da quel giorno, però, non l’ho più sentito: devo solo guardare avanti e continuare a lavorare duro”.
Alla conquista di un sogno, anzi due. “Io voglio diventare un grande calciatore e sono convinto che la Spal sia l’occasione giusta per crescere”. Insieme agli insegnamenti acquisiti davanti alla tv a guardare… Pirlo! “Ho preso la maglia numero 21 per lui, è il mio modello: giocatori come lui e Verratti sono dei maestri, rimango stupito dalla velocità di pensiero che hanno. Ogni volta cerco di osservarli con attenzione per ‘rubare’ il più possibile. Mi spiace di non aver mai conosciuto di persona Pirlo e penso che adesso che gioca in MLS sia davvero difficile incontrarlo in campo, mi piacerebbe tantissimo però riuscire a conoscerlo. E’ un piccolo grande sogno”. Pirlo, che ovviamente è uno dei suoi punti fermi nelle formazioni alla PlayStation, vera e propria passione oltre al calcio: “Passo ore intere a giocarci, non mi stancherei mai. Sto attendendo con ansia l’uscita di FIFA 17”. Dalla realtà virtuale alla vita reale: Pontisso ha già chiara in mente la strada per realizzare i propri sogni. Adesso, non resta che percorrerla.