Il mese da incubo del Tosno è da Guinnes dei primati. Maledetto maggio. Un turbine emozionale senza via d’uscita, perché non è ancora finita: sorrisi, lacrime, attesa, sofferenza, buio. Luce lontana e irraggiungibile. Vittoria in Coppa, retrocessione, niente licenza Uefa e adesso? C’è altro? “Soltanto” il rischio di scomparire dopo appena 5 anni dalla fondazione. From zero, to hero. E viceversa
Solidarietà ai tifosi del Tosno, davvero. In sintesi: parliamo di un club nato nel 2013 e senza neanche uno stadio di proprietà (lo stanno costruendo, dovrebbe avere 10mila posti). Quest'anno ha giocato al Petrovsky di San Pietroburgo (a 50km di distanza). Tosno è la più classica delle città sovietiche, 30mila abitanti e neanche un guizzo d’interesse. Palazzoni, spazi larghi, il grigiore dell'URSS.
L’anno scorso è stato promosso per la prima volta in Serie A, quest’anno ha vinto la Coppa di Russia qualificandosi ai gironi d’Europa League. Qualcosa di storico. Era il 9 maggio, poi il baratro. Un vortice di brutte notizie e disgrazie sportive. Il 13 maggio, 4 giorni dopo la vittoria, il Tosno è retrocesso in seconda divisione dopo un solo anno in Premier Russa.
Sconforto, delusione, tristezza, ma almeno c’è l’Europa, vero? Ovviamente no. Niente licenza UEFA, motivi economici. Il club non può permettersi ulteriori spese. Ma non è finita. Oggi, 30 maggio 2018, gli è stata negata anche la licenza per iscriversi alla seconda divisione russa. Motivi finanziari. I giocatori non ricevono lo stipendio da almeno 4 mesi, hanno scritto una lettera al presidente Putin chiedendo spiegazioni sulla questione. La squadra ha tempo fino al 14 giugno per iscriversi alla terza serie, altrimenti cesserà di esistere. Favola finita, quando arriva giugno?