“Tutto quello che ti chiedo è di lottare con il cuore” recita la Curva Nord e il Foggia risponde. Restano altre sei battaglie, ma la prima vittoria arriva contro lo Spezia: e chi poteva condurre i rossoneri al trionfo se non Re... Pietro?
Un gol arrivato solo all’84esimo in un’attesa durata più di due mesi. Dopo quelIa doppietta nella trasferta a Carpi, Iemmello torna a segnare e lo fa proprio quando il suo Foggia ne ha più bisogno. Un bisogno che in fin dei conti sentiva anche lui: palla in rete, poi solo lacrime.
Un pianto liberatorio che sa di salvezza, tra i mille pensieri e dubbi che l’hanno accompagnato nell’ultimo periodo: dall’auto bruciata ai problemi in campo, e quel sorriso che mancava da un po’. Poi la fascia da capitano affidatagli a Cittadella, con i foggiani che gli hanno dimostrato vicinanza, gli stessi che hanno sempre riconosciuto il suo attaccamento ai colori, per i gol e per quelle lacrime da bambino nel giorno dell’enorme delusione nella finale play-off di qualche anno fa.
Infatti quel Foggia-Pisa non è mai andato via dalla testa di Pietro: a fine match era scoppiato in lacrime sul manto erboso dello “Zaccheria” per la prima grande sconfitta della sua vita professionale, e proprio perché quella doveva essere l'ultima partita con la maglia del Foggia, costretto all’ennesima stagione di Serie C. Ma si sbagliava.
Oggi allo Zaccheria ci gioca ancora e la vittoria ha di nuovo la sua firma: 100 minuti di gara dove cuore, grinta e coraggio sono stati gli ingredienti fondamentali per una ricetta tutta targata Gianluca Grassadonia: “La squadra è stata brava a soffrire e a crederci. Ora tocca solo a noi, è tutto nelle nostre mani” esordisce nel post partita l’allenatore rossonero, “faccio i complimenti ai ragazzi e al pubblico. Ci hanno fatto volare, senza mai abbandonarci”. Anche Grassadonia trova la sua prima vittoria dal suo ritorno in panchina: il Foggia ci crede ancora e riparte dai 30 punti. La salvezza ora, può non essere così lontana.