Il rumore dei tacchetti sul terreno fangoso, la rete che si gonfia, un urlo di gioia. E’ la magia che si può trovare quotidianamente sui campi dilettantistici regionali. Uno scenario che nel quotidiano, a volte, può regalare storie extra ordinarie. O meglio, straordinarie.
Storie come quella di Marco, ragazzo di 26 anni affetto da sindrome di Down, che con il suo Atletico Baiano in Seconda Categoria campana segna e esulta come CR7. Quel “siuu”, segno distintivo di Cristiano Ronaldo, Marco lo grida con tutta la forza che ha nei polmoni. Vuole che si senta forte, vuole che arrivi al campione juventino. Marco è pazzo della Juventus e di CR7.
Per pochi minuti si mette gli scarpini, indossa la fascia di capitano e scende in campo con i suoi compagni. Un saluto veloce e poi si comincia: l’arbitro fischia, lui corre, segue il compagno che lo vuole involare a rete, arriva in area e spara alle spalle del portiere, poi la lunga corsa verso gli spalti e quel grido di gioia che squarcia i cuori. Non saranno i 40 mila dello Stadium, ma Marco è felice lo stesso.
Per un attimo si sente un campione, con un solo gol abbatte tutte le barriere, con un solo tiro demolisce qualsiasi indifferenza. La diversità non è mai stata così bella, il calcio non è mai stato così coinvolgente. Tutto in pochi minuti, è la magia del calcio di provincia. Ognuno qui, a modo suo, può essere speciale.
“Non è il primo anno che Marco segna. Prima era successo con la squadra del Mandamento Calcio, poi con lo Sparta San Gennaro, ora con noi. E’ una forza della natura, trasmette voglia a tutti noi. Non riusciamo ad immaginare un futuro senza lui”: dichiarano a 081news.it i dirigenti dell’Atletico Baiano. Un messaggio forte e chiaro che, soprattutto dopo le molte condivisioni dei suoi gol sui social, può arrivare sempre più lontano.
“Io e Marco siamo più che legati. Ci vogliamo così bene che lui usa il mio cognome quando si presenta agli altri. E’ una persona speciale, ha un solo sogno: incontrare Cristiano Ronaldo. Non oso immaginare cosa potrebbe provare se lo riuscisse a conoscere”, dice di lui il suo migliore amico, Gianpaolo. Marco segna e grida, lancia un segnale che da Avella, suo paese di origine nell’avellinese, vuole far arrivare fino a Torino.
Un messaggio che, senza accorgersene, sta facendo viaggiare ancora più lontano. Un messaggio che sta arrivando nei cuori e nelle menti di tutti quelli che in lui non ci vedono nulla di diverso, ma solo qualcosa di speciale. Chissà che qualcuno non possa accontentarlo, nel frattempo lui segna. Ma soprattutto sogna. Si, perché sognare non è mai costato nulla e Marco ha ancora voglia di far gol e di gridare.
A cura di Nello Cassese