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Data: 22/11/2022 -

Imprese, rivincite e record. Nel mondo di Hervé Renard, l'allenatore che ha steso l'Argentina

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L' Arabia Saudita vince a sorpresa, in rimonta, contro Messi&co.Protagonista l'allenatore Hervè Renard, giramondo specializzato in miracoli sportivi
L' Arabia Saudita vince a sorpresa, in rimonta, contro Messi&co.Protagonista l'allenatore Hervè Renard, giramondo specializzato in miracoli sportivi

L’idea di poter compiere imprese impossibili l’ha sempre stuzzicato, tentato, attratto. E il sorriso di oggi, dopo l’incredibile vittoria contro l’Argentina di Messi, lo racconta meglio di ogni altra immagine. Fotografia di un miracolo sportivo su cui probabilmente nessuno - neanche in Arabia Saudita - avrebbe scommesso un centesimo. Due a uno, in rimonta. Poi tanta grinta, sofferenza, lotta e voglia di portarla a casa, nonostante otto minuti di recupero da brividi. E La faccia di Hervè Renard al fischio finale, contento ma non incredulo, dimostra che forse lui era davvero l’unico che pensava di poterla vincere. E così è stato. 

 

 

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Vedendo il risultato contro l’Argentina si può dire che per Hervé Renard si sia chiuso un cerchio, a distanza di quattro anni. Inquadriamo il contesto, per prima cosa. È alla guida del Marocco di Ziyech, Benatia e Hakimi e si presenta ai Mondiali di Russia con l’etichetta di possibile outsider. Le cose però vanno in maniera diversa, a partire dalla gara d’esordio persa al 96’ contro l’Iran per un autogol. Alla partita dopo bastò un colpo di Cristiano Ronaldo per chiudere ogni discorso. Fuori. Al primo turno. Oggi si è preso una rivincita con il destino, lasciando il mondo intero a bocca aperta. 

 

 

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D’altronde Renard a finire nella storia è abituato. C’era lui, nel 2012, a guidare lo Zambia alla sua prima conquista della Coppa d’Africa, in una finale incredibile contro la Costa D’Avorio di Drogba, giocata a Libreville in Gabon. Lì dove, quasi vent’anni prima, un de Havilland Canada DHC-5 Buffalo dell’aeronautica militare zambiana si era inabissato, in destinazione Dakar. Quell’aereo stava trasportando l’intera nazionale di calcio di casa. L’incendio, poi il buio. Non si salva nessuno. Muoiono diciotto calciatori, più altre sette persone tra equipaggio, giornalisti e staff. Con la Coppa realizzò un altro miracolo. Le lacrime dei ragazzi dello Zambia a fine partita erano anche per loro. Vincere per quella squadra aveva un significato diverso, contava di più. 

 

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Poi, non contento, tre anni dopo Hervé si preoccupò di chiuderne un altro di cerchio, rimarginando una ferita che aveva aperto lui. Sulla panchina della Costa D’Avorio arriva a vincere la Coppa D’Africa, diventando il primo e unico c.t. ad alzarne due con due nazionali africane diverse. Altra pagina di storia. La scrittice Karen Blixen, nel suo saggio "La mia Africa", diceva che il continente insegnava che il destino da quelle parti ha un ruolo e un peso particolare. Il percorso di Renard, fatto di fallimenti, rivincite e imprese, non fa altro che evidenziarlo. In Qatar ne abbiamo avuto l'ennesima prova. 

 

Hervè Renard è uno che in carriera le ha viste tutte. Da calciatore ha smesso presto - a 29 anni per un infortunio al ginocchio - poi aveva iniziato a lavorare nella ditta di pulizie di un amico e ad allenare l’SC Draguignan, in quarta serie Francese. Negli anni successivi però in Europa ha sempre fallito, una retrocessione con il Socheaux e un esonero a Lille, in Africa invece ha trovato la sua dimensione. E oggi tutto il Mondo, se mai ce ne fosse stato bisogno, ha potuto constatarlo per l’ennesima volta. Lo stregone bianco ha colpito ancora. 

 

 



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