Heidenheim in Conference: l’impresa al primo anno in Bundesliga
Heidenheim qualificato in Conference alla prima esperienza in massima serie: i segreti, i momenti e la stagione che è stata
“Ehi Frank: ce l’hai fatta”, sarebbe da dire all’allenatore dell’Heidenheim. Shmidt è riuscito nel compito più difficile di tutti: non solo la salvezza, addirittura la qualificazione in Europa alla prima esperienza in massima serie. È il verdetto emesso dall’Olympiastadion di Berlino, con la sconfitta del Kaiserslautern nella finale di Coppa di Germania contro il Leverkusen che consegna all’Heidenheim il pass per la Conference League (da ottavo in classifica).
Neanche il tempo di togliersi gli scarpini di dosso che a chiamare è stato il dovere… o forse l’Amore. Sì, quello per la sua città: Heidenheim an der Brenz. Poco budget, identità e una stagione fatta di momenti. Ripercorriamo insieme quella che è stata l’annata dei rossoblù. Passo dopo passo. Insieme, verso l’Europa.
622
622. Le panchine insieme di Shimdt e l’Heidenheim. Umiltà, famiglia e coesione. Di chi parte dal basso, di chi ha visto raggiungibili orizzonti lontani: la salvezza non è più un’utopia, perché gioca in casa. Frank Shmidt è padre di un progetto sposato nel lontano 2007. Ultimo anno da calciatore, proprio con l’Heidenheim. Poi, come già detto, la chiamata del Cuore dalla sua città. Insieme, dal 2007 al 2024. Insieme, dalla quinta divisione fino alla Bundes.
Budget
“Wer wenig hat, liebes hat”, la traduzione in tedesco del proverbio napoletano “Chi poco ha, caro ha”: il vero segreto Heidenheim. Poco più di 2 milioni a disposizione. Qualche acquisto a parametro 0, poi gli arrivi di Pieringer e Siersleben. Il totale? 2.30 milioni. Un budget paragonabile solo a quello del Darmstadt retrocesso. Ecco la politica Heidenheim: “Chi poco ha, caro ha”.
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Momenti
Oltre 80 anni di storia. All’inizio la nascita del club di ginnastica “TG Heidenheim”. Poi, nel 1922, la scissione e la nascita della sezione calcistica. Anni: tanti. Tra leghe regionali e campionati minori. Poi l’arrivo di Shmidt. La storia comincia.
Dai successi in Regionalliga – la quarta divisione del calcio tedesco – fino ad arrivare alle più recenti vittorie di Zwaite e Dritte Liga (La Serie B e C della Germania). Poi il sogno si avvera, siamo a metà del 2023. Quella piccola città nel sud della Germania non ha più bisogno di sognare: “Heidenheim sveglia, sei in Bundesliga”.
Momenti. Perché di questi ha vissuto Heidenheim. Prima il pareggio al Signal Iduna Park contro il Dortmund, e poi, qualche settimana dopo, il primo successo. 17 settembre 2023: segnano Kleindienst, Beste e Dinkci fa doppietta. L’Heidenheim ne fa 4 in casa al Werder Brema. Battono 15 mila cuori sugli spalti. Più o meno trenta in campo, ma la sensazione che fossero molti di più. È storia alla Voith-Arena. E a fine campionato, il momento più bello: 8° posto conquistato con 42 punti.
Sogni
Momenti, momenti e ancora momenti. E poi sorprese: dal sogno salvezza all’Europa. La vittoria dell’Union Berlin nell’ultimo turno contro il Friburgo regala a Heidenheim il più bello dei momenti. L’accesso alla Conference League. Un paradosso, un ribaltamento improvviso. Una piacevole sorpresa: i sogni diventano realtà.
Volti
Tim Kleindienst: protagonista assoluto della salvezza firmata Frank Shmidt. 12 gol in questa edizione di Bundes. E quella doppietta per la vittoria contro il Bayern resterà per molto nella testa di Tim. Esperienza, tanta. Quella tipica di chi porta la 10 sulle spalle; Jan-Niklas Beste. Bestia, di nome e di fatto. 8 gol e 12 assist. Regista delle manovre d’attacco dei suoi, con in mano – o forse tra i piedi – il destino dei tiri dei compagni verso la porta avversaria. Tante reti sono state propiziate dalle sue giocate, come testimoniano i passaggi vincenti messi a segno; Lennard Maloney: il perno assoluto del centrocampo di Shmidt; Kevin Muller: da quasi 10 anni alla difesa dei pali dell’Heidenheim. Chi meglio di lui conosce il vero significato del binomio Heidenheim-Casa?
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E poi c’è Frank Shmidt. Allenatore e padre del progetto Heidenheim. 16 anni insieme; il più longevo in Germania su un’unica panchina. Dalla quinta serie tedesca alla Bundesliga. Sempre gli stessi colori: il blu e il rosso. “Ehi Frank, ce l’hai fatta, sei in Europa!”, sarebbe da dirgli.