Genoa, Gudmundsson: “Non sono come Maradona, ma neanche così male”
Tra Maradona, Islanda, Juventus e Koopmeiners: Albert Gudmundsson si racconta
Arrivato al Genoa nel gennaio del 2022, Albert Gudmundsson si è rapidamente imposto come uno dei giocatori più importanti del club ligure, prima con Schevchenko, poi con Blessin e ora con Gilardino. Intervistato nel corso di una passeggiata per le strade di Genova, l’attaccante islandese si è raccontato ai microfoni di Sky Sport.
Genoa, l’intervista di Gudmundsson
Gudmundsson è l’unico calciatore del Genoa che abita nel centro della città. A proposito, l’attaccante ha raccontato un simpatico aneddoto risalente alla festa promozione: “Ci sono molti scooter qui. Una volta stavamo festeggiando la promozione in Serie A e c’è stato un tifoso che si è offerto di accompagnarmi in centro, così sono salito sul motorino dietro di lui e sono tornato a casa. Penso che vivere nel centro storico, tra i vicoli, ti metta in maggiore connessione con la città, con la cultura italiana”.
Nel corso della passeggiata Gudmundsson ha sfoggiato una maglietta raffigurante Maradona: “Sono un tifoso di calcio, amo questo sport, il calcio è stato il mio primo amore. Non ho mai visto Maradona giocare, non l’ho visto coi miei occhi dal vivo, ma ho visto alcuni filmati: era incredibile. Non sono ai suoi livelli, ma non sono così male“.
L’attaccante ha poi parlato delle sue origini e di com’è la vita nel suo paese nativo: “Vengo dall’Islanda, lì si conoscono tutti. Quando si cammina per le strade islandesi si saluta ogni persona, perché o sono parenti o sono amici. Quindi quando cammino nel centro di Genova le persone mi fermano, mi salutano. Non mi infastidisce, anzi, è una cosa carina“.
Domenica è in programma la difficile gara in casa della Juventus. Se dovesse scegliere il volto di un giocatore bianconero da mettere su una maglietta, quale sarebbe? “Probabilmente Del Piero. Il mio primo gol con la maglia del Genoa è stato proprio contro la Juventus, in casa due anni fa. Ho avuto belle sensazioni, ovviamente perché noi abbiamo un gran tifo, specialmente in casa. Sempre emozionante segnare per il Genoa. Ho segnato anche nella mia seconda partita contro la Juve, quest’anno, sempre in casa”.
Nessun giocatore del Genoa ha segnato alla Juventus nelle sue prime tre partite: “Mi vuoi mettere pressione? (ride, ndr)”.
“Nella nostra situazione dobbiamo ragionare da squadra. Penso che sia molto importante fare il risultato, non tanto segnare. Se riesco segnare per me è positivo solo per i bonus personali, nient’altro. Ovviamente domenica non sarà semplice fare il risultato, giochiamo contro un top club, ma noi entriamo in campo sempre per provare a fare il risultato e a fare del nostro meglio. Abbiamo capito come club, come squadra, che abbiamo almeno una chance contro tutti in Serie A”.
Contro la Salernitana lui e Retegui si sono contesi la palla sul dischetto nel secondo tempo: “Al Genoa abbiamo grandi specialisti nel calciare i rigori. Sia io che Mateo vorremmo tirarli. Prima di ogni partita c’è sempre una lista coi rigoristi e in questo caso il mio nome era quello sulla lista. Primo della lista direi per tutti i possibili eventuali rigori. Credo fosse chiaro, ma capisco Mateo, questa è la verità. Con quel gol ho raggiunto il record di Milito, l’ultimo calciatore del Genoa ad andare in doppia cifra in due campionati consecutivi. È sempre un piacere quando ti confrontano con un grande giocatore, un fantastico attaccante com’era Milito“.
In Italia Gudmundsson ha ritrovato da avversario ex compagni di squadra come Koopmeiners. In futuro potrebbe ritrovarlo come compagno, magari proprio alla Juve: “Nel calcio non si può mai dire mai, ma ovviamente possono succedere moltissime cose. In realtà non conosco il futuro di Koopmeiners, non so nemmeno quale sarà il mio, vedremo. Certamente sarebbe bello giocare di nuovo con Koopi perché è un fantastico giocatore“.