Ha appena vinto la Premier toccando quota 100 punti. L'ultimo dei suoi tanti trofei, che lo hanno imposto come una figura rivoluzionaria per la storia del calcio. Pep Guardiola e il suo City hanno scritto una pagina di storia, ma l'allenatore catalano non sembra sazio. Anzi, qualcosa in carriera gli manca: "Ma sono troppo giovane per pensarci! - ha scherzato direttamente dal Belgio, a margine di un torneo per bambini organizzato dal "suo" Kevin De Bruyne. Il riferimento? E' alla Nazionale. O meglio, alla panchina di una Nazionale, laddove si vedrà sì, ma non nell'immediato: "Il prossimo anno rimarrò dove sono - ha continuato - poi vedremo...mi piacerebbe provare una Coppa del Mondo, ma solo in futuro".
Nel frattempo, appunto, si gode la sua squadra dei record. Quella con cui ha rinnovato il contratto. Quella che, dopo un anno di adattamento e di difficoltà, in questa stagione si è inchinata solo al Liverpool in Champions. Per il resto è stata perfetta e il merito è anche di De Bruyne. Re degli assist, primo indiscusso a quota 16: "Con lui è tutto più semplice - ha spiegato - basta metterlo in campo e farlo giocare, un po' come con Hazard. Sanno sempre quali decisone prendere e ovviamente possono anche giocare insieme. Kevin è un ragazzo bello da vedere, ha un talento enorme. E' magnifico condividere questo periodo della mia vita con uno come lui"
De Bruyne e Hazard, fra qualche giorno, inizieranno il loro Mondiale. Il Belgio, una di quelle Nazionali dal talento enorme che, però, si scioglie troppo spesso sul più bello. Chissà se la visita di Guardiola non porti bene. Probabilmente avrà fatto piacere anche al ct Roberto Martinez, le cui convocazioni hanno fatto discutere e non poco, soprattutto per l'esclusione di Nainggolan. Un momento di spensieratezza, la stessa con cui Pep si immagina un giorno alla guida della Nazionale. Non ora, però. Ci sono altri record da scrivere, altri trofei da vincere.