Tornato in Italia solo poche settimane fa, il Papu Gomez sembra essersi già inserito nei meccanismi del Monza di Palladino. L'argentino ha raccontato il suo arrivo e la trattativa che lo ha riportato in Italia alla Gazzetta dello Sport.
Le parole di Gomez
Il primo interesse non può che essere la trattativa con Galliani, una promessa fatta diversi anni fa ad Ibizia: "Quanto è durata la trattativa? Poche ore (sorride, ndr). E’ stata la scelta di tutta la famiglia, la scelta giusta per mettermi in gioco. Ho avuto offerte dall’Arabia che non mi avrebbero cambiato la vita, dalla Turchia, dalla Francia, ma spostare tutta la famiglia con i figli che avevano iniziato le scuole era incasinato. Monza è come tornare a casa visto che abbiamo casa a Bergamo"
L'argentino ha poi aggiunto: "In estate nessun contatto, senza l'infortunio di Caprari non avevano bisogno di me. Ci eravamo parlati quando il Monza stava in C, facevamo colazione a Ibiza e Galliani mi disse che prima o poi sarei venuto qui. Mi stavo giocando la Coppa America, il Mondiale, la Champions con l’Atalanta. Era una promessa più per il futuro. Questo è il momento giusto"
L'ex capitano dell'Atalanta è tornato a parlare anche del litigio avuto con Gasperini durante la partita di Champions contro il Midtyjlland di tre anni fa. Quella notte fu poi decisiva per la rottura finale tra l'argentino e la dea: "Non cambierei nulla perché ho vinto un Mondiale, una Coppa America e un’Europa League dopo la separazione dalla Dea. Ho continuato a giocare ad alti livelli. Ovviamente non è stato piacevole andare via così per i tifosi. Siamo persone adulte, con Gasp quel che è successo è successo. Sono passati anni, speriamo di trovarci presto e salutarci. E non è un tiranno"
Il Monza e l'Atalanta però hanno qualcosa in comune per Gomez, anche se la vera ispirazione non può che essere il Milan: "Rivedo in Palladino il 90% di Gasp, per questo mi è semplice inserirsi in questo Monza, ritrovo certi meccanismi conosciuti. Il Monza di Silvio Berlusconi e Galliani si ispira più al loro Milan che al modello Atalanta. Certo, la Dea è un esempio per molti, ma il Monza è più legato al Milan che ha vinto tutto".
Il numero 17 brianzolo ha concluso: "Cosa fare per il Monza? Farlo crescere, è una società ambiziosa che gradualmente vuole diventare più grande. Prima raggiungiamo i 40 punti, poi penseremo al resto. Per quanto riguarda me, ultimamente faccio un po’ fatica, forse sono più consapevole del mio ruolo. Più passano gli anni e più senti che è una professione e non un gioco".