Giulio Donati, calciatore e chef: "Sono pronto a tornare in Italia"
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Data: 30/03/2019 -

Giulio Donati, calciatore e chef: "Sono pronto a tornare in Italia"

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Dalla passione per la cucina ai ricordi con l'Inter: "Materazzi il mio mentore, Mourinho una persona speciale. Il più forte? Quaresma". Oggi Donati gioca in Germania nel Mainz, ma il suo contratto scadrà a giugno: "Andrò via, mi piacerebbe tornare in Italia"
Dalla passione per la cucina ai ricordi con l'Inter: "Materazzi il mio mentore, Mourinho una persona speciale. Il più forte? Quaresma". Oggi Donati gioca in Germania nel Mainz, ma il suo contratto scadrà a giugno: "Andrò via, mi piacerebbe tornare in Italia"
"Il giorno dopo il mio debutto in prima squadra Mourinho mi ha subito ripreso: nel momento della sostituzione sono uscito correndo dal campo e lui voleva perdere tempo perché vincevamo 1-0". Benvenuto nel calcio dei grandi, Giulio. Di cognome fa Donati, e su gianlucadimarzio.com spiega: "Non volevo dare l'impressione alla gente di uscire a testa bassa come se fossi arrabbiato. Il cambio l'avevo chiesto io perché avevo i crampi fino alla schiena". Inter-Livorno, Coppa Italia. Finì proprio 1-0, serata indimenticabile.

Fuori Donati, dentro Maicon: "Non era male avere un sostituto del genere". Oggi ci scherza, ma in quei due anni all'Inter viveva sempre nuove emozioni: "Mourinho è speciale per il rapporto che crea con i giocatori, mi trattava allo stesso modo di Zanetti",

Per 80' - fino alla sostituzione - anche Donati ha contribuito al Triplete nerazzurro. Lui ci crede poco: "Quello che ho fatto io non è nemmeno una goccia in un oceano. Sono onorato anche solo di essermi allenato con tanti campioni". Il giocatore che l'ha impressionato di più però è un insospettabile: "Quaresma, era immarcabile. Ma il carisma di Cordoba, Zanetti e Samuel non si batte".

Campioni dentro e fuori dal campo. Con uno di loro Giulio aveva creato un rapporto speciale: "Materazzi mi ha trattato come un figlio, mi dava tanti consigli sull'aspetto mentale". E lui apprendeva in fretta: "Quando mi vedeva aggressivo in campo era orgoglioso di me. Era il mio primo tifoso". Tanto che aveva trovato anche un soprannome: "Osso".

E nel tempo libero scattavano le sfide a ping pong con Balotelli: "Vincevo sempre io, non può dire il contrario. E lo massacravo per giorni prendendolo in giro".

Oggi Donati è in Germania, ma dopo tre anni e mezzo al Mainz l'addio è a un passo: "A giugno scade il contratto, che, insieme alla società, ho deciso di non rinnovare". Dalla prossima stagione si aprirà un nuovo capitolo tutto da scrivere: "Mi sono trovato bene in Germania e sono aperto a qualsiasi proposta. Il mio sogno è giocare in Premier". Anche se: "Un ritorno in Italia? Certo che mi piacerebbe".

Lì dove ha chiuso con la retrocessione in C del Grosseto prima del trasferimento in Germania: "La grande vetrina è stata l'Europeo Under 21 in Israele. Devo tutto a Mangia, quell'anno eravamo una grande famiglia". Lontani ma uniti, tanto che Donati e gli altri italiani che giocavano in Germania avevano creato una chat Whatsapp per sentirsi: "Anche se io odio il cellulare. Quando vengo inserito in un gruppo lo silenzio subito". Ce n'è uno però che segue più degli altri: "Quello con gli amici, in questo modo sento meno la nostalgia di casa".

Italia_Under_21_Europeo_2013.jpg

Forte dei Marmi-Magonza dista quasi 1000 km. La lontananza non distrugge i ricordi. La Toscana, il mare e... un brevetto da bagnino lasciato lì dentro a un cassetto: "L'ho preso a 16 anni, perché mio padre voleva che mi trovassi un'alternativa se fosse andata male col calcio. Probabilmente, se non avessi fatto il calciatore, anch'io sarei stato un bagnino come lui".

 

 

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