Le parole dell'attaccante francese ai microfoni de La Gazzetta dello Sport
Olivier Giroud non dimentica il Milan. "Rimarrò un grande tifoso rossonero" ha detto l'attuale attaccante dei Los Angeles FC in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. Il giocatore francese nei giorni scorsi ha vinto la Us Open Cup, la coppa nazionale statunitense. "Qui i tifosi sono molto caldi, cantano per 90’ ma per la squadra, è la loro cultura. Un ritorno al Milan nel ruolo di direttore sportivo? Resta uno dei più grandi club al mondo e io con quella maglia ho vissuto momenti indimenticabili. Ne sarei felicissimo. Ma non voglio problemi con il mio amico Ibra eh! Se lui è 'il boss? E dove sta la novità? Ibra è Ibra, anche da dirigente. Conosce molto bene il calcio e il Milan soprattutto. Se scegli Zlatan, come ha fatto RedBird, devi fidarti: Ibra deve a vere carta bianca".
Milan, le parole di Giroud
Oggi gli Stati Uniti. Ieri l'Italia il suo Milan. "Maignan, Theo, Leao giocano da anni ad altissimo livello. Sono molto più maturi di quando ero arrivato e possono guidare la squadra a un altro scudetto. E poi il derby dà la spinta. Se ho visto la partita? Come avrei potuto perderla? Ho fatto una video chiamata nello spogliatoio, abbiamo festeggiato insieme". Dopo la sfida contro l'Inter, il Milan ha superato il Lecce con un netto 3-0. "I rossoneri possono credere allo scudetto. Perché la società ha fatto un grande mercato. E chi c’era già è partito alla grande, come Pulisic. Tra un mese capiremo meglio: se il Milan sarà ancora tra le prime e la classifica resterà corta, vedo punti di contatto con il mio scudetto. Il punto di forza? L ’attacco. Sono andato via io ma hanno diversificato bene… Morata, Abraham, Rafa, Pulisic, Jovic, Okafor, Chukwueze. Quanti sono, sette? Non so se in Italia e in Europa ci sono squadre che possono vantare tanta varietà e complementarietà".
Dalla nuova Champions all'attenzione verso i singoli. "La nuova formula ti dà tempo per risalire. Il Milan deve essere ambizioso: puntare sulla Champions è un dovere. Perché la rosa è profonda e l ’attacco è di grande livello, come ho detto. In Europa vince chi ha qualità in attacco. Fonseca dovrà trovare equilibrio ma ora può lavorare con serenità. E so che i ragazzi sono contenti degli allenamenti: il gruppo lo segue. È l ’anno giusto per fare un bel percorso".
Spazio dunque a Fofana e non solo. "Per Youssouf era il momento di fare il salto in un top club. Aiuterà molto la squadra. E con Reijnders forma una gran bella coppia. Morata-Abraham? Funzionano alla grande. Tammy lo conosco dai tempi del Chelsea, ha voglia e determinazione. Alvaro ha portato cultura spagnola: non solo gol, è un 9 che arretra, costruisce, facilita la manovra, lega attacco e centrocampo". L'attaccante parla anche di Leao. "Rafa è un leader tecnico, trascina sul campo, come Theo. Occorre capire una cosa: ognuno ha la sua personalità, non si può forzare il carattere di un ragazzo aspettandosi carisma a tutti i costi, per quello c’è Maignan. Rafa ha tutto, la cosa più difficile è essere al 100% del potenziale tutte le settimane. Dipende da lui, da quanto è esigente con sé stesso. La paternità lo aiuterà a crescere. Gabbia? Lavora duro per migliorare ed ecco i risultati. Può diventare importante per il Milan, sono felice per lui".