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Viaggio nel settore giovanile dell’Ajax: “Non compriamo leggende, proviamo a crearle”

La nostra intervista a Casimir Westerveld, responsabile dello sviluppo delle giovanili dell’Ajax

Per arrivare in uno dei posti più magici del calcio europeo bisogna muoversi circa dieci chilometri a Sud di Amsterdam. Il centro sportivo dell’Ajax è nascosto tra prati e alberi, in un verde che fa contrasto col grigio del resto della città circostante. All’entrata c’è un cartello che in quattro parole spiega il perché i lancieri abbiano il miglior settore giovanile d’Europa: “Welkom op de Toekomst”. Benvenuti nel futuro. Qui nasce la magia.

 

Nel settore giovanile dell’Ajax: i segreti del club

 

La storia gloriosa delle giovanili dei lancieri parte da lontano. Una linea diretta col passato caratterizzata, però, anche da punti di rottura. Tra il 2008 e il 2010, per esempio, ci fu una svolta che ha rivoluzionato il modus operandi del club, portando il settore giovanile al centro dell’Ajax dopo anni più che movimentati a livello societario.

 

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Da qui nasce l’Ajax che conosciamo tutti, capace di valorizzare i propri giovani e rivenderli a peso d’oro in tutta Europa. Ma per capire questa realtà bisogna ascoltare chi ha contribuito a costruirla: uno di questi è Casimir Westerveld. “Ho iniziato a lavorare nell’Ajax nel 2006 con gli Under 10. Da lì ho poi fatto i vari step e ora sono il responsabile dello sviluppo dell’academy. Tante cose sono cambiate tra il 2008 e il 2010. Ora abbiamo più calciatori, allenatori a tempo pieno, specialisti, professionisti” racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com.

 

Ma quali sono le regole principali del miglior settore giovanile d’Europa? “Se guardate giocare la prima squadra e poi le giovanili vi accorgete che la filosofia e i principi sono gli stessi: ci deve sempre essere un dominio tecnico, i giocatori devono avere il pallone tra i piedi, bisogna cercare la verticalità. È importante anche che i nostri ragazzi crescano con sani principi, in campo e fuori”. Parte tutto da qui.

 

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I principi e i valori sono fondamentali, così come i metodi e gli approcci di lavoro o valutazione. Dal TIPS (tecnica, visione di gioco, personalità, velocità) al recente Skill Box (delle schede di valutazione con differenziazione per età e ruolo con quattro principi base: tattico, tecnico, fisico e mentale), alla base di tutto ciò ci sono studi e anni di esperienza. “L’abilità tecnica, l’intelligenza tattica e l’integrità fisica e mentale sono importanti allo stesso livello: un ragazzo deve lavorare su tutti gli aspetti. Noi cerchiamo di dare libertà ai nostri giocatori e farli essere creativi rimanendo sempre all’interno di alcuni confini, ovvero i nostri principi e valori”.

 

I parametri di valutazione sono la chiave anche nello scouting: “Fino all’età di 12 anni cerchiamo ragazzi talentuosi ad Amsterdam e nei dintorni. Dagli Under 13 il raggio si allarga a tutta l’Olanda, dai 16 in poi si passa a cercare anche all’estero. Abbiamo delle connessioni principali con alcuni paesi: uno di questi è il Belgio. Sappiamo come scovare i ragazzi in giro per il mondo”.

 

Il futuro si crea solo se si conosce il passato. Anche questo è punto importantissimo: “Crediamo che i giovani debbano sapere il perché l’Ajax sia il club che è oggi”. Uno dei modi per farlo? Rinominare ogni spogliatoio del centro sportivo come una leggenda del club: da Bergkamp a Cruijff, fino a Van Basten e Rijkaard. Scavare nella storia gloriosa per poterla replicare. 

 

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E poi si arriva forse alla regola più importante. Perché nonostante l’Ajax abbia una delle storie più vincenti d’Europa, alzare trofei non è la priorità dalle parti del de Toekomst. Almeno fino ai 17-18 anni. “Chi gioca vuole sempre vincere, è naturale. Ma l’attenzione di un allenatore deve essere sullo sviluppo non sulla vittoria”.

 

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Ultimo step: le cessioni. L’Ajax è uno dei club maestri anche dal punto di vista imprenditoriale. De Ligt, De Jong, Gravenberch, Van de Beek, Timber: scovati da giovanissimi o comprati per qualche migliaia di euro. Tutti prodotti del settore giovanile, fatti crescere con calma e poi ceduti al miglior offerente. “I giovani che arrivano in prima squadra in media restano dai due ai quattro anni prima che un top club europeo bussi alla nostra porta”. Giusto il tempo di farsi notare. 

 

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L’obiettivo dell’Ajax sarà sempre lo stesso: “Continuare a servire la prima squadra con i nuovi De Ligt e De Jong. Questa è la nostra filosofia”. E poi un’ultima frase per chiudere in bellezza: “We don’t buy legends, we try to create them”. Traduzione non necessaria.