La pizzeria, il numero 70 e i Casteddu: l’oasi felice di Gaetano
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Data: 20/02/2024 -

La pizzeria, il numero 70 e i Casteddu: l’oasi felice di Gaetano

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Due gol nelle prime tre partite per il classe 2000 in maglia rossoblu
Due gol nelle prime tre partite per il classe 2000 in maglia rossoblu

“Dai, Gianluca. Finisci di preparare il borsone: è ora di andare agli allenamenti” pronunciava il nonno sull’uscio della porta. Il piccolo Gaetano ne ha fatta di strada o meglio, di chilometri. Dal golfo di Napoli a quello di Cagliari, da una costa all’altra bagnata dallo stesso mare. Ammirato con gli stessi occhi e le ambizioni di quel bambino che oggi è il trascinatore di un club alla ricerca della propria identità. Due gol nelle prime tre partite in maglia rossoblu e un solo obiettivo in testa: una salvezza da conquistare. 

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“Ciá guagliú! A presto”

Facciamo un passo indietro. In un’altra vita, forse, Gianluca Gaetano avrebbe fatto il pizzaiolo a Cimitile insieme ai genitori. Lui, invece, sceglie di inseguire la propria passione fin da piccolo: alle mani in pasta preferisce tenere il pallone tra i piedi. Una scommessa vinta? Vedendo come sono andate le cose potremmo dire di sì. E quando mamma e papà erano alle prese con il lievito e l’impastatrice in cucina, ci pensava il nonno a portare il piccolo Gaetano alla scuola calcio ASD Future Boys. Proprio su quei campi, gli osservatori del Napoli notarono il giovane talento. 
A 16 anni diventa il giocatore più giovane di sempre nella storia del club a firmare un contratto da professionista: è il primo millennial della storia azzurra. Sogna la numero 10 di Insigne, suo idolo sportivo, ma veste la 70, come gli anni del padre - il suo migliore amico e primo tifoso - che pur di non saltare nemmeno una partita del figlio, la domenica pomeriggio lascia la gestione della pizzeria nelle mani della moglie. O' scugnizzo vince lo scudetto e saluta temporaneamente. “Ciá guagliú! A presto”

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Cagliari, lo faccio per te

Arrivato in punta di piedi sull’isola, l’impatto del trequartista è passato tutt’altro che inosservato. Due gol in tre giornate: una rete ogni 69’. Il primo, contro la Lazio, è un marchio di fabbrica proprio del suo idolo: un tiro a giro con il destro che si spegne all’incrocio. A Udine Gaetano si ripete, questa volta di testa. Tecnica e colpi da attaccante puro, inserimenti e tempi di gioco da centrocampista. Sono bastati 208’ al classe 2000 per cambiare volto a un attacco e, forse, alla stagione del Cagliari. Gaetano è ciò che più di tutto è mancato al club: imprevedibilità. 

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 E la dedica è rivolta sempre a lei: “L’esultanza particolare, fatta sia oggi che contro la Lazio, è una dedica a mia figlia: da quando sono arrivato a Cagliari non ho avuto l’opportunità di vederla, finalmente nei prossimi giorni potrò riabbracciare sia lei che mia moglie, sono molto contento”.
Uscire dalla comfort zone e mettersi in gioco. Trascinatore e leader in così poco tempo. Una burrasca da domare per riportare il sereno: il destino di Ranieri e del Cagliari passa, soprattutto, dalle giocate e dall’estro di Gianluca Gaetano.

 



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