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Da Genova a Genova, la rivincita di Cataldi

Lampo Marusic, Immobile come Angelillo, magia e cerchio chiuso dell’ex Cataldi: Genoa ko, la Lazio passa anche a Marassi e continua a sognare.

Quel sogno chiamato scudetto che, settimana dopo settimana, è ormai diventato sempre più un obiettivo da inseguire: 3-2 al triplice fischio del Ferraris, con Cassata e Criscito a tenere in partita un ottimo Genoa fino al novantacinquesimo, e Juventus di nuovo a meno uno. “Ma il campionato non si decide ora, se tra un mese e mezzo saremo ancora là allora…”: a parlare dopo il ventesimo risultato utile consecutivo dei ragazzi di Inzaghi è uno dei protagonisti di giornata di casa Lazio, quel Danilo Cataldi ex rossoblu che tre anni fa proprio sul campo del Ferraris sembrava essersi allontanato irrimediabilmente dalla ‘sua’ Lazio.

L’ESULTANZA CON PANDEV, IL COMUNICATO DELLA NORD E UNA STORIA CHE SEMBRAVA FINITA 

E’ il 15 aprile del 2017 quando a Marassi, al 73’ di Genoa-Lazio sul risultato di 1-1, Cataldi passato a gennaio da Roma a Genova entra al posto di Rigoni: pochi minuti e Goran Pandev porta in vantaggio il Grifone, facendo esplodere la festa di tutto lo stadio. Dagli spalti al campo, dove tra i giocatori ad esultare per la rete della possibile vittoria c’è anche Danilo: romano, figlio della Lazio, nato e cresciuto in biancoceleste e per questo non passato inosservato ai suoi ex tifosi. “Resta a Genova, per uno come te non c’è più posto alla Lazio” il messaggio a chiare lettere in un comunicato della Curva Nord datato 18 aprile 2017.


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Una rottura allora parsa insanabile, nonostante un prestito in scadenza un mese e mezzo dopo con ritorno a Roma già programmato e il messaggio di risposta e d’amore di Cataldi ai suoi ex tifosi dopo quell’episodi. “La Lazio per me non è e non sarà mai un semplice club. È una famiglia, una casa nel mio cuore in cui sono entrato quando avevo 12 anni. Oggi Cataldi dà l'anima per il Genoa, come ha sempre fatto, e se ci sarà la possibilità continuerà a fare per la Lazio. Senza voler mancare di rispetto a nessuno” le parole del centrocampista, che rientrato da Genova però va nuovamente in prestito ma al Benevento.

BENTORNATO A CASA CATALDI: IL FIGLIO DELLA LAZIO RICONQUISTA L’OLIMPICO

A causa di quella rottura nata a Marassi e che non si era più ricomposta: a far tornare il sereno, un anno e mezzo dopo, un gol nel ‘suo’ Olimpico. In quella stessa casa che lo aveva fischiato, rinnegato e poi finalmente riabbracciato, ancora più forte, così come si fa come un fratello. Terzo gol nel 4-1 alla Spal di inizio novembre 2018, tra la doppietta del solito Immobile e il poker di Parolo: un gol a rimettere le cose a posto dopo il ritorno silenzioso alla base in estate, dopo l’anno trascorso a Benevento, valigia comunque sempre pronta in caso di nuova partenza.

Alla fine è rimasto a Roma, a scalare le gerarchie e a sfruttare, out per infortunio Badelj e Lucas Leiva, l’occasione della prima da titolare in campionato con una botta da fuori a lasciare impietrito Vanja. L’aria di casa per ritrovarsi ancora, umiltà e voglia di mettersi in gioco per provare a riprendersi la Lazio.


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DA GENOVA A GENOVA: GOL, VITTORIA E CERCHIO CHE SI CHIUDE

Il resto è storia recentissima, si arriva ad oggi: Cataldi che già all’intervallo prende indicazioni sui compiti da svolgere una volta entrato in campo, Inzaghi che dopo il raddoppio di Immobile decide di levare Lucas Leiva già ammonito. Il tabellone del Ferraris che, scritta verde su nero, dice che è arrivata l’ora di Cataldi: appuntamento col destino, quasi un dejavu a maglie invertite per quel ragazzo di Roma che qualche anno prima sullo stesso campo aveva rischiato di perdere per sempre la ‘sua’ Lazio. Quella nella quale per lui sembrava non poterci essere più spazio, oggi (e in questi due anni) la dimostrazione che invece di posto per lui in questa Lazio che sogna il tricolore ce n’era e ce n’è ancora: destro dal limite all’incrocio con Perin che può solo stare a guardare, tabellino alla mano il gol a decidere il match di Marassi e a far continuare il sogno scudetto ai ragazzi di Inzaghi.

Cerchio che si chiude su di una storia a tinte biancocelesti che, dopo quel Genoa-Lazio dell’aprile 2017, sembrava davvero essere finita: con l’invito a non tornare della Curva Nord prima e quel prestito con obbligo di riscatto in caso di salvezza al Benevento poi. Com’è andata è storia nota: il ritorno silenzioso alla Lazio, il lavoro in settimana per sfruttare le chance concesse nel week end. Un gol nel suo Olimpico per riabbracciare la sua gente, oggi la rete davanti ai quattromila tifosi che hanno raggiunto Genova per continuare a inseguire lo scudetto: oggi un bellissimo sogno, “e sognare non fa male: se tra un mese e mezzo saremo ancora la…”.

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