Daniele Gastaldello, difensore del Brescia, non cambia idea. Far ripartire la Serie A per lui è una forzatura. Nelle settimane scorse si era già esposto contro la ripartenza del campionato, una posizione chiara ribadita oggi attraverso i microfoni di Radio Anch'io Sport sulle frequenze di Radio Rai: "Resto sempre della mia idea, finire questo campionato è una forzatura per me. Si va incontro a dei rischi per l'incolumità dei calciatori. Giocare così tante partite, con temperature alte, non sarà semplice. Giocare alle 16.30 è una cosa scandalosa, non è fattibile".
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GASTALDELLO: "ABBIAMO PAURA, NON VOGLIAMO GIOCARE"
Secondo Gastaldello bisognerebbe proprio fermarsi, nemmeno i playoff e playout sarebbero una soluzione: "Non sono d'accordo, perché si modificherebbe il regolamento. Tanti altri sport si sono fermati, noi rischiamo di rovinare anche il prossimo campionato. Al termine della prossima stagione poi ci saranno gli Europei. Si rischia molto, non siamo macchine. Il nostro fisico è fermo da più di due mesi. Non è come in estate, visto che quando finisce un campionato ci fermiamo massimo per un mese e poi ci prepariamo per un mese e mezzo. Ora si rischieranno infortuni importanti".
Sicurezza al primo posto, ma anche regole ancora non chiare: "Le scadenze dei contratti sono un problema. Noi calciatori siamo privilegiati ma ricordo che si sono anche giocatori di categorie inferiori che guadagnano il minimo federale e devono mantenere una famiglia. Devono essere pagati e non in ritardo. Credo che non si debba generalizzare tutto il mondo del calcio. Non tutti solo Cristiano Ronaldo".
Gastaldello apre anche il discorso sulla percezione del dramma in Italia rispetto alla Lombardia: "Nel resto dell'Italia forse non si percepisce cosa sia successo in Lombardia. Si è vissuto un dramma importante, è morta tante gente. Le persone mi chiedono perché si pensi a riprendere a giocare e li capisco, hanno perso persone care. Tutto deve ripartire ma come ho detto prima questo campionato secondo me riparte in maniera molto forzata. Riparte un altro calcio, non sarà come a inizio marzo. La forma fisica sarà diversa, così come il contesto dove giocheremo, a porte chiuse. Non ci abbracceremo dopo i gol, questo non è calcio".
"La soluzione? Fermiamoci - conclude Gastaldello - poi ci sarebbe il tempo per decidere. Se noi siamo ultimi in classifica è giusto che retrocediamo. Il calcio deve ritornare a essere una passione per tutti. Io in questo momento sto vedendo che dai giocatori la passione sta passando, visto che ci sono altri interessi".