Dalla chiamata del Bayern Monaco all’MLS, Corbo: “Montréal è la mia isola felice”
Le giovanili dello Spezia, il “no” al Bayern Monaco e il trasferimento in MLS: la nostra intervista a Gabriele Corbo
Di rimpianti Gabriele ne ha meno di zero. Eppure, se a 18 anni hai deciso di dire “no” al Bayern Monaco, qualche scelta forse vorresti cambiarla. Ma lui non ci pensa e non si guarda indietro. Lascerebbe tutto così, dall’inizio alla fine. Adesso la sua storia è nel vivo di un nuovo capitolo: Corbo ha scelto l’MLS e il progetto del Montréal. Dodici mesi in prestito per innamorarsi e poi, a marzo, il ritorno. Lì c’è la sua isola felice del presente e del futuro.
La storia di Gabriele Corbo: dalle giovanili dello Spezia all’MLS
La carta d’identità non segna più “18 anni”, ma Gabriele è ancora all’inizio della sua carriera. E’ un classe 2000, un difensore centrale fisico ma anche bravo palla al piede. Tutto è partito dalle giovanili dello Spezia, lì dove tutti stravedevano per lui. E qui torna il Bayern Monaco: “A 18 anni andai a fare una settimana di prova al Bayern, sarei potuto restare ma scelsi di rimanere in Italia perché avevo dato la parola allo Spezia. È stata un’esperienza assurda vedere strutture di quel livello. Anche col Milan c’era qualcosa ma alla fine non si è fatto niente” racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com.
La Spezia gli ha dato tanto. Quando ne parla tira fuori solo belle parole e bei ricordi, come quello legato al suo esordio in Serie B nel 2018, a soli 18 anni: “È stato bellissimo, ho saputo di giocare quando siamo arrivati al campo. Quando il mister ha detto la formazione ero stupito, poi è andato tutto bene. La Spezia per me è come casa, sono stato lì per quattro anni e mezzo”.
Giusto qualche mese dopo quel maggio del 2018, Gabriele dice addio a La Spezia. Alla porta c’è il Bologna e Corbo non può rifiutare. Dal 2018 si passa al 18 luglio 2020. Una data di quelle che resta per sempre. E un grazie va anche a chi lo ha fatto esordire: “Quando ho debuttato in Serie A si è realizzato il mio sogno. Sugli spalti c’era tutta la mia famiglia. Avevo un bellissimo rapporto con Mihajlovic”.
Ma la sua carriera aveva bisogno di una svolta. Stimoli diversi, che forse in Italia non riusciva più a trovare. Nel 2020 viene girato in prestito all’Ascoli. Appena una stagione e poi torna a Bologna. Qui la chiamata che non ti aspetti, col prefisso “+1”. “Il presidente del Bologna è lo stesso del Montréal. C’è stata questa opportunità lo scorso anno ma all’inizio non ero convinto. Poi sono arrivato e ho trovato un bellissimo ambiente, è un campionato molto sottovalutato. Non pensavo di vedere un livello così”.
Sì inizia con un prestito per una stagione. Da dicembre 2021 a ottobre 2022. Dieci mesi per innamorarsi del calcio statunitense. Il ritorno a Bologna è solo per prendere le ultime cose rimaste in casa e spostarsi stabilmente in Canada. Niente prestito, a marzo Corbo è diventato di proprietà del Montréal: “Ho sempre pensato di tornare qui. C’è stata questa chiamata e sono arrivato qui a titolo definitivo. Avevo ricevuto qualche offerta anche dalla Serie B ma ho preferito Montreal”.
Ma che calcio c’è in MLS? “Il tifo c’è, gli stadi sono sempre pieni. Col fatto che non si retroceda si vive in maniera più serena la stagione. Il campionato sta crescendo e sono contento di stare qui”.
Lo show dell’NBA e il livello di un ottimo campionato. L’MLS non è più da snobbare. E col passare degli anni cresce anche il numero di italiani: “Abbiamo giocato contro Toronto in coppa ma non c’erano ancora Bernardeschi e Insigne. Ho parlato con Lorenzo e Criscito, ci sentiamo ancora ora. Ci vedremo presto”. E se Gabriele dovesse scegliere il giocatore più forte incontrato finora: “Ce ne sono tanti, uno è ‘Cucho’ Hernandez ma c’è anche Benteke”.
L’Italia è pur sempre l’Italia, ma in Canada Corbo sembra aver trovato ciò che cercava: fiducia, serenità e nuovi stimoli. Per il futuro si vedrà, ma la cosa certa è che Montréal sia più di una semplice tappa.