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Data: 28/04/2017 -

Fratello di Keita, alla prima convocazione con la Sampdoria. Tra sogni e modelli, alla scoperta di Ibourahima Balde: “Quella volta con Cassano…"

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Perchè i sogni, a volte, possono anche diventare realtà. Un viaggio che parte da molto lontano, dall’Africa e precisamente dal Senegal. Tanta convinzione e determinazione che lo hanno fatto arrivare in Italia dove a suon di gol sta convincendo tutti. Questa è la storia di Ibourahima Balde, il fratello del più conosciuto Keita della Lazio, esterno classe 1999 della Primavera della Sampdoria, ha messo a segno 9 gol in 23 gare. Numeri importanti che, indubbiamente, riflettono le sue qualità e potenzialità. E che forse nemmeno lui si aspettava, anche se adesso è vicino a raggiungere il suo obiettivo: prima convocazione in Serie A con la Samp, chiamato da Marco Giampaolo per la sfida contro il Torino. Storia a lieto fine?

Qualche mese fa, quando la sua partenza super aveva prodotto 4 gol in 4 partite con la Primavera blucerchiata, lo avevamo intervistato. “In effetti no, non pensavo di iniziare così bene - ha raccontato Balde a GianlucaDiMarzio.com - e le 4 reti in 4 gare ne sono la dimostrazione. La partita con il Napoli è stata sicuramente la più bella, perché sono stato protagonista con una tripletta”. Dopo il primo ed il terzo gol sei corso verso tuo fratello Toval… “Sì sono corso da lui che stava in tribuna e gli ho dato la mano. Avrei voluto abbracciarlo, ma non potevo. Lui è il mio procuratore e crede molto nelle mie qualità”. Come ti trovi con Pedone (allenatore, ndr) e con i tuoi compagni? “Con l’allenatore mi trovo molto bene, cerco di seguire i suoi insegnamenti e mi impegno tanto. Con i compagni mi trovo altrettanto bene. Soprattutto con Carayol e Diaby, ma ho un rapporto molto buono con tutti. Il campionato sta andando bene e spero che potremo toglierci tante soddisfazioni”. Un inizio di stagione più che positivo quindi. Qual è il tuo punto di forza? In quale ruolo preferisci giocare e ti esprimi meglio? “A me piace giocare esterno o attaccante centrale, ma dato che quest’anno mi trovo bene come centrale preferisco giocare in questo ruolo, affiancato da Vrioni con il modulo con i due attaccanti. Ho iniziato a giocare come centrale l’anno scorso con Bellucci e, visto che le cose sono andate bene, ora preferisco continuare così. I miei punti di forza credo siano la finalizzazione e la mia capacità di puntare la porta e arrivare vicino al portiere per concludere”.

Tu sei originario del Senegal, ma hai la nazionalità spagnola: è giusto? “Sì, giusto. Mio padre è arrivato in Spagna da bambino e ha lavorato per anni. Poi è ritornato in Senegal dove ha conosciuto mia madre e dopo che si sono sposati sono ritornati in Spagna, dove sono nato io e tutti i miei tre fratelli”. “Esattamente. Keita nella Lazio, io nella Sampdoria e il più piccolo che ha 12 anni gioca a Cornella in Spagna”. Come è il rapporto con tuo fratello Keita? “Ottimo. Ci sentiamo continuamente, sia quando gioca che quando non gioca. Ci raccomandiamo a vicenda di impegnarci sempre per continuare a migliorare costantemente”. La tua carriera calcistica è quindi iniziata in Spagna… “Ho iniziato a giocare nel mio paese di S. Maria di Palasvera, dove sono rimasto per quattro anni. Poi Espanyol, Barcellona e, dopo due campionati, sono arrivato ad Arezzo, nel febbraio di quest’anno (2016, ndr). Ho fatto qualche gara con la Beretti, nel mercato estivo infine sono passato alla Sampdoria, che in realtà era la squadra che mi aveva portato in Italia”. Qual è la differenza tra il calcio italiano e quello spagnolo? “In Italia si gioca un calcio molto più fisico e tattico mentre quello spagnolo tende a privilegiare il possesso palla e lascia più libertà di iniziativa ai calciatori”. Quali sono i calciatori a cui ti ispiri maggiormente, a parte tuo fratello Keita? “A parte mio fratello, nella Sampdoria mi piace tantissimo Muriel. In campo internazionale sono incantato da Ronaldo, il fenomeno, Suarez e Griezmann”.

Qual è il gol più bello che hai segnato finora? “Ne ho segnati tanti, ma mi piace ricordarne uno segnato con il Cornella quando mi sono trovato a puntare tre avversari: dopo averli superati ho calciato all’incrocio dei pali. Poi uno con la Sampdoria, quando giocavo con gli Allievi contro lo Spezia: ho stoppato con il petto e poi ho calciato al volo”. Qual è stata l’emozione più grande che hai vissuto finora? “Quella di allenarmi con la prima squadra”. Vuoi raccontare qualche episodio particolare che ti è successo in questa prima parte della tua carriera? “Un giorno, l’anno scorso, durante un allenamento mi sono fatto male al naso e sono andato in cura dal dottore della prima squadra. Mentre ero là è arrivato Cassano che ha cominciato simpaticamente a prendermi in giro sollevandomi il morale”. Hai avuto qualche convocazione in prima squadra? “Non ancora, ma mi sono allenato con loro qualche volta. Ho conosciuto i metodi di Giampaolo e anche se non avuto la possibilità di parlare con lui ho avuto occasione di ammirare il suo modo di lavorare. Penso che sia un bravo allenatore”. Il tuo sogno? “Un mio sogno è di esordire in Serie A con la Sampdoria, un altro è arrivare in nazionale o con il Senegal o con la Spagna”.

Adesso, invece, la grande occasione è arrivata: convocazione da parte di Marco Giampaolo per la sfida al Torino, la prima tra i 'grandi'. Resta soltanto da realizzare il primo sogno, quello di esordire in Serie A. Che non possa esaudirsi già domenica?



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