C’era una volta Zemanlandia. Se fosse una favola, la storia fra Zdenek Zeman e il Foggia inizierebbe così. L’allenatore ceco irrompe all’improvviso nel calcio italiano e lo fa nel modo più romantico: torna nella “sua” panchina, quella del Foggia. La loro è una storia infinita nata nel 1989 quando il presidente Pasquale Casillo decide di affidare la panchina dei rossoneri a un giovane allenatore boemo. Modulo 4-3-3, gioco a zona fortemente offensivo e, ovviamente, nessun compromesso.
IL RISULTATO È CASUALE, LA PRESTAZIONE NO
“Il risultato è casuale, la prestazione no”. È questo il Zeman pensiero, mai una via di mezzo, sempre fedele alla sua idea. Quasi fosse una missione da compiere, sempre e comunque a prescindere da tutto, anche del fine in sé. Zeman torna allo Zaccheria dove tutto è iniziato. È la quarta volta: 1986-87 la prima stagione poca fortunata, i cinque anni dal 1989 al 1994 che lo hanno consegnato alla storia e l’annata 2010-2011.
LA CITTADINANZA ONORARIA
Il boemo torna nel tempio dove Zemanlandia è nata e si è fatta conoscere al grande calcio. È stato lo stesso Foggia, attraverso un post sulla pagina ufficiale di Facebook, ad annunciare il ritorno: “Ci vediamo a Foggia”. Parole chiare, semplici e inequivocabili che hanno fatto impazzire di gioia la piazza foggiana, da sempre è inscindibilmente legata a Zeman. Una simbiosi che va oltre il calcio, tanto che il comune di Foggia ha conferito al boemo la cittadinanza onoraria perché “Zemanlandia - si legge nella motivazione - ha portato Foggia e i foggiani a livelli nazionali, non solo calcisticamente parlando, ma anche economici-commerciali”.
IL RITORNO
Zeman, a distanza di tre anni, torna ad indossare la sua tuta, pronto a sedersi sulla “sua” panchina e pronto a riportare indietro la macchina del tempo di Zemanlandia. È il biglietto da visita del neo presidente Nicola Canonico, che ha voluto ricreare il binomio che ha fatto la storia del Foggia. Con il boemo in panchina, infatti, torna anche il direttore sportivo Peppino Pavone, uno dei maggiori artefici del “Foggia dei miracoli”.
C’è il tempo, che scorre inesorabile, c’è il calcio con tutte le sue emozioni e contraddizioni. Poi c’è Zdenek Zeman, nella sua dimensione parallela, quasi onirica: oggi è realtà. Zemanlandia, eccola, eccoti qui.