Un anno da ricordare. Dal premio come miglior marcatore del girone B di Serie C (grazie alle 21 reti messe a segno tra campionato e palyoff) alle finali playoff quasi sfiorate con la sua Feralpisalò alla nascita della sua primogenito. Per Simone Guerra, il 2018, è stato sicuramente un anno da ricordare ricco di soddisfazioni personali e gioie impareggiabili che si porterà con lui per tutta la vita. Noi di gianlucadimarzio.com ne abbiamo parlato con lui in un'intervista dove si è raccontato tra passato e presente e qualche obiettivo futuro a breve termine perché lui si gode i momenti e non fa programmi o proclami, quello che arriva è perché è meritato.
"È stato il mio migliore anno quello appena trascorso. Peccato per l’eliminazione ai playoff, avevamo costruito qualcosa di straordinario, stavamo facendo davvero bene e ci speravamo di poter raggiungere almeno le finali playoff. Purtroppo non è andata così. A livello personale è stato un anno davvero bello sotto tutti i punti di vista, fare 21 gol è stato qualcosa di importante e straordinario. Cercherò anche quest’anno di confermarmi cosa che è sempre difficile. Se ho ottenuto questi risultati credo che sia anche grazie alla proprietà e al presidente Pasini: ha creduto in me già nel 2015 e mi ha sempre mostrato la sua fiducia". Umile e con la testa sulle spalle, una persona di cuore e semplice. Un giudizio non casuale, ma dovuto, per un ragazzo che oggi ha 29 anni ma fin da giovane ha dimostrato di avere una dote più importante oltre a quella di far gol: la bontà.
Durante il Torneo di Viareggio del 2008, infatti, con la maglia del Piacenza nel match contro la Reggina si rese protagonista di un gesto di fair play che gli valse anche il premio di giocatore più corretto del torneo. Involato verso la porta scarta il portiere che si scontra fortuitamente con un difensore e si fa male alla mano restando a terra impossibilitato a rinvenire su di lui per evitare il gol. Simone se ne accorge e senza pensarci, con la porta sguarnita, calcia a lato. Un gesto di fair play che dovrebbe essere normale, ma in realtà è una rarità:
"E' stato un gesto istintivo. Non ho avuto tempo di pensare, ho seguito l’istinto, non ho ragionato ho agito… tornando indietro lo rifarei. La cosa più bella dopo questo gesto? I complimenti degli avversari, del portiere, dell’arbitro, insomma… sono state cose belle da vivere e che mi hanno fatto piacere. Il premio? Mi ha fatto piacere, è un ricordo bello della mia carriera, un gesto che poi è stato riconosciuto. Il fatto che lo abbia ottenuto anche in un torneo che a livello giovanile è uno dei più importanti fa sicuramente molto piacere". Lo dice con noncuranza come quando si parla di gesti quotidiani. E un po' ci fa sentire a disagio perché forse è vero, certi gesti non dovrebbero essere sottolineati come colpi di scena.
Il vizio del gol che nasce da lontano, il Piacenza e Nainggolan
Come tutti i bambini ha iniziato a dare i primi calci al pallone in casa e poi al San Nicolò, la squadra del suo paese. I suoi genitori lo hanno sempre spronato a ritagliarsi il tempo per fare sport e lui ne ha provati tanti, ma alla fine la palla preferiva calciarla con i piedi che fosse in una piazzetta, in oratorio, in un parco o a casa dove alla fine sua mamma fu costretta a sistemare tutti i soprammobili, e non solo, in modo che quel bambino un po' vivace non rompesse ogni cosa. E le prime vittorie da ragazzino? Bè, quelle è impossibile dimenticarle: "Il torneo Giovanissimi con la squadra del mio paese è stata la vittoria più bella e intensa da bambino, vincemmo la finale contro il Modena... che emozione!"
Ovviamente il Piacenza lo nota e lui inizia a giocare nei Pulcini della squadra per cui aveva sempre tifato e anche lì arrivano le prime soddisfazioni da calciatore e il primo indizio che il gol sarebbe stato un vizio difficile da cancellare: "Il campionato degli Allievi Regionali col Piacenza è stata la vittoria più bella. Abbiamo battuto squadre importanti come Bologna e Parma, io poi di quel torneo fui anche capocannoniere. Mi sono tolto grosse soddisfazioni. Anche a livello di Primavera ci siamo divertiti, non abbiamo vinto nulla, ma andavamo sempre ai playoff. Poi il Torneo di Viareggio, disputato sempre alla grandissima. Un anno uscimmo ai quarti con la Roma, un altro fummo eliminati in semifinale dall’Inter di Balotelli".
Tanti bei ricordi con la maglia della sua squadra del cuore e una lieto fine che però non c'è stato per colpa del calcioscommesse. Ma se gli si chiede quali sono i ricordi più belli di quella avventura non ha dubbi, e risponde da vero bomber: "Il primo gol in Serie B al Sassuolo. Oltre all'importanza del gol perché comunque era contro una squadra attrezzata per vincere il campionato e poi era anche una specie di derby. Poi c’è stato il gol contro l’Ancona in casa: c’era anche tutta la mia famiglia a vedermi ed è stato particolare". Due emozioni diverse, ma con lo stesso minimo comun denominatore, il gol.
A Piacenza poi ha conosciuto anche un giovane Nainggolan con il quale è nata una bella amicizia: "Con Radja siamo quasi cresciuti assieme, lui a differenza mia ha giocato poco con la Primavera ed è andato subito in prima squadra. Aveva qualità importanti. Ci siamo frequentati tanto con lui nei tre/quattro anni assieme a Piacenza. Non avrei mai pensato che arrivasse a questi livelli, nonostante le qualità fossero indubbie, perché comunque la testa era un po’ matta anche da giovane (ride ndr) ma è sempre stato uno importante caratterialmente, la sua simpatia era fondamentale per lo spogliatoio".
L'importanza del gol e il record più importante: miglior marcatore nella storia della Feralpisalò
"Il gol è tutto. Dicono che un attaccante non ci deve pensare, ma sfido qualsiasi attaccante a non farlo. Io se non segno sto male, scendo in campo solo per quello. Quest'anno ho segnato più di alcuni giocatori che hanno fatto la Serie A e stargli davanti, nella classifica marcatori, dà una sensazione di orgoglio e forza a livello personale incredibile. Personalmente è una cosa che mi inorgoglisce tanto perché inaspettata". Inaspettato come quel record (non ancora battuto, ma eguagliato) di reti messe a segno nella storia della Feralpisalò, 44 come di Bracaletti. Un traguardo raggiunto in un mese importantissimo.
"Il 3 dicembre è nata la mia bambina e il 26 ho segnato un gol storico nella storia della Feralpisalò. Cosa si può volere di più? Nonostante il gol sia un traguardo che mi lega ad una società importante, ambiziosa e sana come la Feralpi e mi inorgoglisca, perché legare il proprio nome a quello di un club è sempre qualcosa di storico, la nascita di mia famiglia la metto, ovviamente, al primo posto. L’emozione di un figlio però è indescrivibile, non paragonabile a nessun’altra. Poi è arrivata a conclusione di un anno straordinario e questo dà un po’ più di valore al mio 2018".
Guerra, Pace e scaramanzia
Semplice e umile fuori dal campo, un rapace d'are di rigore in campo. Simone è Guerra e Pace come dice lui sono due facce della sua personalità. Non sa spiegarselo, ma sente che in campo non scende lo stesso Simone Guerra che si può vivere nel quotidiano. "Io non sono una testa calda, sono un ragazzo tranquillo nel quotidiano: amo viaggiare e godermi la famiglia. In campo però mi trasformo e sono quello che non sono fuori. Credo di avere tutti e due questi lati nel mio carattere: pace nella vita di tutti i giorni e guerra in campo…" Guerra ma sempre rispettando gli avversari, ma questo, ormai, lo avete capito.
C'è però un altro lato un po' più nascosto, ma preponderante nella sua natura. La scaramanzia: "Sono molto scaramantico. Sto attento se mi cade il sale, se un gatto nero mi attraversa la strada non passo finché non arriva qualcun altro e se la partita va bene, quella dopo cerco di replicare tutto quello che ho fatto la volta precedente. Rito scaramantico in caso di playoff? Cominciamo ad arrivarci. La Feralpi se lo merita per quanto fatto in questi anni e magari anche qualcosa in più. Poi, una volta arrivati vediamo, sicuramente comincerò a studiare qualcosa nelle settimane prima dell'inizio dei palyoff perché vorrebbe dire che le cose sono andate bene". That's Guerra: gol, famiglia e... scaramanzia.