Felix racconta il rapporto speciale con Mou: “Do tutto in allenamento”. E sul no al Ghana: “Era prematuro”
L’intervista al giovane attaccante ghanese del 2003 della Roma, lanciato in Serie A da José Mourinho
Tuta della Roma, zaino in spalla e il passo spedito verso l’uscita dopo la fine dell’allenamento. A piedi, come un qualsiasi ragazzo delle giovanili della Roma. I pochi tifosi fuori dai cancelli di Trigoria osservano questo ragazzo ma non lo fermano. L’abbigliamento ufficiale c’è, il fisico da calciatore anche. Manca la fuoriserie. “Ma chi è?”. Silenzio.
Lo stesso silenzio regalato al saluto del custode del centro sportivo di Trigoria. Un gesto della mano e un sorriso nascosto sotto il bavero della felpa. Eppure dopo la vittoria della Roma a Cagliari, sulle prime pagine dei giornali c’era proprio lui: Felix Afena-Gyan, il giovane attaccante classe 2003 scoperto da Josè Mourinho. Ma con la timidezza non ci ragioni. C’è e la vivi, come con l’educazione di chi ha sempre un sorriso da regalare al prossimo. Cercando uno spiraglio in quegli occhi pieni di sogni ma ancora spaesati di fronte alla notorietà.
Luci della ribalta accese dopo l’esordio in Serie A il 27 ottobre scorso, quando un po’ a sorpresa José Mourinho lo ha buttato nella mischia nel secondo tempo di Cagliari-Roma. Un impatto folgorante che ha posto l’attenzione su questo giovane ghanese dal cognome riconoscibile, soprattutto in Serie A. “Ma tutti mi chiamano Felix”, ci tiene subito a sottolineare l’attaccante della Roma, in esclusiva ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Storia particolare quella di Felix, un giovane ragazzo che fino a pochi mesi fa sognava di fare il calciatore all’accademia dell’EurAfrica FC.
“Ho questa grande passione per il calcio fin da quando ero piccolo. Ho giocato in una delle migliori academy del mio Paese, grazie soprattutto al sostegno della mia famiglia. Sono sempre stato determinato nel fare il calciatore”. Voglia e convinzione che si sono ben sposate con il talento, di cui la Roma si è accorta prima di tutte: “Uno scout della società mi ha notato in occasione di un torneo in Ghana e mi ha portato nella capitale per un provino”. Un provino andato talmente bene che la Roma non ha perso tempo, “ha deciso di mettermi subito sotto contratto. E era un’opportunità che non mi sarei mai aspettato nella mia vita. Sono grato al club e a Dio per questo”.
Per motivi diversi, ovviamente, due persone Felix ci tiene a ringraziare: “Se sono qui oggi lo devo soprattutto a mia madre, a lei devo dire grazie. È la persona che sta facendo di più per me in questa fase della mia vita”. E poi Mourinho, l’allenatore che lo ha lanciato tra i professionisti. Una fiducia che Felix sente e lo si nota subito quando gli si chiede di Mourinho. Il sorriso timido di chi sa che quella che sta vivendo è la sua grande occasione: “È un grande allenatore, in particolare con i giovani. È un mister che ti incoraggia, che ti motiva, mi piace molto. Ti spinge e sprona a fare quello che vuole, a dare il meglio di te e a migliorare giorno dopo giorno. Credo che questo rapporto con me sia dovuto all’impegno che metto in ogni allenamento, al mio duro lavoro sul campo. Sono sicuro che se non mi impegnassi così tanto come faccio, il mister magari non mi menzionerebbe in una foto su Instagram come ha fatto”.
Sui social e davanti alle telecamere, Mourinho non perde occasione per ricordare come “il ragazzino ha delle qualità”. “Probabilmente il mister si riferisce ad alcune mie caratteristiche – spiega ancora Felix – sono consapevole della mia velocità e di attaccare la profondità, gli spazi. Ma sono convinto di dover sfruttare la sua esperienza e quella dello staff della prima squadra per imparare ogni giorno qualcosa di nuovo”.
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Qualche giorno fa ha fatto molto discutere la sua scelta di non rispondere alla prima convocazione del Ghana. È lo stesso calciatore a spiegare i motivi: “Ho ritenuto fosse troppo presto per me rispondere alla chiamata della nazionale perché ho bisogno di crescere, dal punto di vista fisico ma anche mentale e psicologico. Inoltre ho pensato che fosse importante per me restare a Trigoria per accumulare allenamenti agli ordini di Mourinho, per continuare a migliorare e a crescere. Ho moltissimo rispetto per la mia nazionale e spero in futuro di poterne far parte”. Una scelta condivisa con lo stesso Mourinho: “Il mister mi ha chiesto se sarei andato e gli ho detto che non mi sentivo ancora pronto. Ma è stata una mia decisione. Ho pensato fosse prematuro per me fare un passo del genere”.
L’insegnamento in questo momento della sua carriera è così centrale nella testa di Felix che cerca di rubare con gli occhi anche durante gli allenamenti: “Osservo sempre Tammy e Shomu, imparo molto da loro, da come si muovono in campo. Quando sono in panchina, e li guardo da fuori, osservo i loro movimenti per cercare di copiarli, di imparare, perché sono giocatori che sono molto avanti ovviamente rispetto a me. E nello spogliatoio davvero tutti mi stanno dando una mano, siamo una squadra, parliamo tra di noi e se mi capita di fare qualcosa che non va bene, c’è sempre qualcuno che me lo fa notare per aiutarmi. Parlo con tutti, con chi sa di più l’inglese, come Pellegrini che mi aiuta sempre tanto. Anche durante gli allenamenti, se c’è un esercizio che il mister spiega in italiano, i compagni si avvicinano e si assicurano che io abbia capito”.
Allenamenti, spogliatoio, Serie A e José Mourinho. Un sogno ad occhi aperti per Felix che, probabilmente, non sarebbe tale se non fosse stato accompagnato alla nuova vita da professionista dal programma giovanile sella società: “Ringrazio davvero tutti per il sostegno e per l’amore con cui mi hanno trattato. In particolare ringrazio tutti gli allenatori e i calciatori della Primavera perché è grazie al loro sostegno che adesso sono qui in prima squadra”.
La Roma infatti, dall’arrivo di Tiago Pinto, ha voluto introdurre una metodologia di lavoro – rivelatasi vincente ai tempi del Benfica – focalizzata sui giovani che si affacciano alla Prima Squadra, che accompagni i ragazzi ad essere pronti a 360° alla vita da calciatore professionista. Partendo dall’istruzione scolastica e mettendo a disposizione tantissime professionalità, dal nutrizionista fino al tutor che assiste al meglio i ragazzi anche nella comunicazione.
Due presenze in Serie A e una presenza ormai stabile in prima squadra. Felix non vuole svegliarsi dal sogno che sta vivendo. Ma l’ambizione c’è, nonostante la timidezza. Così come gli obiettivi stagionali: “Sicuramente la speranza è quella di fare il primo gol in Serie A. Sono un attaccante e vorrei segnare sempre. Mi piacerebbe segnare ogni volta che gioco per aiutare la squadra”. Magari iniziando da Marassi già domenica prossima.