COME FUNZIONA IL FAIR PLAY FINANZIARIO DAL 2015
Come visto nella prima parte (QUI), il Fair Play Finanziario è un meccanismo piuttosto complesso di controllo e monitoraggio della situazione finanziaria dei club che partecipano alle Coppe Europee. Dopo l'introduzione del 2011, il regolamento ha visto numerosi interventi di riallineamento e modifica in corso d'opera. Dal giugno 2015, per esempio, la UEFA ha aggiornato i protocolli, rivolgendosi a circostanze specifiche che includono l'incoraggiamento a investimenti sempre più sostenibili, il tutto mantenendo il controllo delle spese effettuate. Queste situazioni includono: club che richiedono una ristrutturazione d'impresa, quelli che affrontano shock economico-finanziari, quelli che operano con problemi strutturali non strettamente legati al club stesso. Per la prima volta il lavoro della CFCB (QUI per sapere di cosa si tratta) viene ampliato per includere anche quelle squadre che non si sono qualificate per le competizioni UEFA per club, ma che anticipano e hanno intenzione di parteciparvi nel futuro.
LO STADIO DI PROPRIETÀ
Le società possono spendere fino a 5 milioni di euro in più di quanto guadagnano in ciascun periodo di valutazione (tre anni) da parte della CFCB. Questa soglia di debito, comunque, può essere superata entro un certo limite, ossia se il debito stesso ha una copertura totale tramite contributo/pagamento diretto da parte del proprietario del club o di una parte comunque correlata al club stesso. Questa linea guida non permette quindi che si vengano a creare debiti insostenibili per le società. Ecco i limiti definiti e in vigore dal 2015:
• 45 milioni di euro per le stagioni 2013/14 e 2014/15
• 30 milioni di euro per le stagioni 2015/16, 2016/17 e 2017/18
Investimenti in stadio, centro sportivo, settore giovanile e squadra femminile NON vengono conteggiati nello studio della CFCB per il Fair Play Finanziario. Esempio lampante sono Inter e Milan: entrambi i club hanno avuto a che fare con la CFCB, ma gli attuali investimenti preventivati per lo stadio, oltre ai riammordenamenti dei centri sportivi e le spese per le squadre femminili, non sono sotto conteggio per i parametri del FPF.