Sospeso a tre giornate dal termine, subito richiamato in panchina e infine campione di Cina. Questa la stagione, non proprio tranquilla, di Fabio Cannavaro con il suo Guangzhou Evergrande. Il lieto fine, però, è arrivato con la vittoria del campionato cinese: “Mi sono ripreso ciò che mi è stato tolto” ha raccontato a La Gazzetta dello Sport l’allenatore italiano. “L’anno scorso siamo arrivati secondi e stavolta volevamo arrivare tra le prime sei. Invece siamo arrivati primi, in condizioni che non potete davvero immaginare: tantissimi giovani, un giocatore di quarant’anni e la possibilità di poter schierare solo due stranieri. In Cina veniamo chiamati ‘la tempesta di giovani’”.
“La sospensione una cosa normale, penso solo solo a migliorarmi”
“In Champions asiatica abbiamo raggiunto la semifinale, poi ci siamo confermati come miglior attacco e miglior difesa” ha proseguito Cannavaro, parlando poi del suo temporaneo allontanamento dalla squadra: “Per le multinazionali cinesi queste sono cose normali. I giocatori però non hanno cercato alibi, sono stati davvero bravi. Non ho alcuna vendetta personale, anche quattro anni fa sono stato esonerato quando ero primo in classifica. Io penso solo a lavorare per migliorarmi, i ragazzi seguono i miei consigli e giochiamo con molta intensità. Qui ho portato lo Shanghai Shenhua dalla B alla Champions, e ora ho vinto il campionato con il Guangzhou. Ciò che conta di più, però, è il fatto che mi diverto sempre”.
“Mi piacerebbe tornare ad allenare in Italia”
“L’obiettivo primario è di far crescere i giovani, ma anche di vincere tutto. Ho altri tre anni di contratto qui, sto facendo la gavetta”. Di un futuro ritorno nel nostro paese, quindi, cosa ne pensa Cannavaro? “Sarebbe bello allenare in Italia un giorno, ma vedo tanti miei colleghi ed ex compagni che non hanno certo vita facile lì…”. Il curriculum che Fabio si sta costruendo in Cina, sicuramente, è di tutto rispetto. Sognando, un giorno, di tornare in Italia.
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