Essere al momento giusto nel posto giusto può spesso cambiarti la vita. Lanciarsi in area al 95' potrebbe essere stato quel famoso momento, quello in cui il corso degli avvenimenti di Alberto Brignoli potrebbe cambiare profondamente: "Una cosa è certa, nella prossima squadra dove andrò farò di tutto per portarmi dietro Brignoli!!!". A dirlo è Walter Zenga, in esclusiva ai microfoni di gianlucadimarzio.com, che in Brignoli ci aveva già creduto quando nell'estate del 2015 lo volle al Sampdoria come vice di Viviano e che oggi non si meraviglia affatto di tutto il clamore intorno al ragazzo nato a Trescore Balneario: "Mi dispiace che sia alla ribalta solo perché ha fatto un gol. Detto questo lui è un portiere che interpreta il ruolo in modo diverso. Mi ha sempre dato questa impressione, pur non giocando quasi mai, è uno che ti fa capire come voglia stare in porta. L'ho osservavo attentamente in allenamento e questa è l'impressione che mi ha sempre dato". Non c'è bisogno di fare paragoni perché: "ogni portiere ha delle caratteristiche diverse e sono profondamente diversi l'uno dell'altro", spiega Walter Zenga. "Oggi come oggi Brignoli interpreta il ruolo in maniera diversa, mi piace dire che interpreta il ruolo in maniera futuristica. Questo perché lui pensa con un tempo di vantaggio, con un tempo in avanti rispetto a quello che può succedere."
Alberto Brignoli 3.0, l'evoluzione del portiere: "Se uno sta per fare un cross lui non è piazzato come dovrebbero stare tutti i portieri, lui è già posizionato in altro modo e sa dove mettersi. Io gli dicevo sempre occhio perché la volta che ti va male prendi gol. E sapete lui cosa mi rispondeva? Se capita capita, io 9 su 10 sono messo meglio." Tutto questo a dimostrazione di un'altra grande caratteristica di Brignoli: "Lui ha un grande pregio. Tutti i portiere sbagliano ma la sua dote principale è che riesce a farsi scivolare tutto addosso, non ci rimugina". Ci vuole coraggio nella vita così come nello sport, magari anche un pizzico di sana follia. Alberto Brignoli il coraggio lo ha sempre avuto, sin da quando era un ragazzino che sognava di diventare come Buffon, magari con un po' di fortuna in più sarebbe stato tutto più semplice: "A mio avviso è stato un po' penalizzato dal fatto di andare sempre in prestito. Questo è un problema del calcio italiano e una grande sfortuna per i giovani. Questo non va bene, dovrebbero essere riviste alcune regole".
E allora non resta che crearsi le occasioni, cercarle così da poter dimostrare il proprio valore. Alberto Brignoli ha saputo aspettare e soprattutto ha fatto vedere cose che gli altri portieri non conoscono alla perfezione. Non stiamo parlando di saper far gol ma di sapere usare i piedi come un giocatore di movimento: "Alla Samp ho avuto la fortuna di avere lui e Viviano. Emiliano mi face 5-6 assist in quel periodo. E Brignoli è un altro veramente bravo con i piedi". Facile pensare che adesso possa iniziare un'altra vita calcistica per Brignoli, proprio come successe qualche anno fa ad un suo collega: "Quando arrivai a Palermo - racconta Walter Zenga - c'era Sirigu, in quel momento terzo o quarto portiere. Arriva per di più da un annata balorda ma io vidi subito le caratteristiche di Sirigu. Erano chiare, non potevi non vederle. Da lì poi il Psg e la Champions League. Faccio questo esempio di Sirigu perché Brignoli, come fu per Salvatore, fino ad adesso è stato poco considerato. Alberto è un portiere di 190cm che gioca 10 metri fuori dall'area. Ecco Sirigu e Brignoli sono esempi di portieri poco considerati ma per me grandissimi".