"Mi piace il calcio italiano, seguo soprattutto Juventus e Inter, dove giocano i miei ex compagni Lukaku e Young". Parlava così Diogo Dalot nel marzo scorso in esclusiva a Casa Di Marzio. In pieno lockdown, quando la testa era piena di pensieri e si rifletteva su una possibile ripresa del calcio in tutta Europa, nulla faceva presagire che 7 mesi dopo Dalot avrebbe affrontato l'Inter da avversario. E non in una partita qualunque, ma in uno dei derby più importanti al mondo.
Il terzino destro portoghese sarà presto un nuovo calciatore del Milan. Lui, che si ispira a personaggi che, soltanto a nominarli, fanno venire già l'acquolina in bocca: "I miei idoli sono Dani Alves e Maicon, anche se un altro esempio per me è Cristiano Ronaldo. Non gioca nel mio ruolo, ma dà tutto per il calcio: è un giocatore fantastico e una grande persona". Classe 1999, arriva in prestito secco dal Manchester United, club che quando aveva soltanto 19 anni lo prelevò per 22 milioni di euro dal Porto. Erano i Red Devils targati Josè Mourinho, quelli capaci di spendere 60 milioni di euro per Fred dallo Shakhtar Donetsk e affidarsi a un giovane terzino proveniente dal Portogallo, Dalot appunto.
Qualcosa è andato storto, visto che il calciatore ha collezionato 20 presenze in Premier League in due stagioni, ma quei 22 milioni di euro sono ancora lì, a ricordare che si tratta di un giocatore di grande qualità. Considerato in patria come l'erede di Cancelo, è stato impiegato in alcune circostanze come difensore centrale, visto il suo fisico imponente. Il suo sogno di diventare un grande calciatore nel calcio europeo proseguirà al Milan.
E risentire queste parole oggi, a sette mesi di distanza da quell'intervista, deve suonare strano per chi come obiettivo dichiarato ha quello di tornare in Champions League: "Ogni giocatore vuole giocare una competizione del genere e faremo di tutto per arrivarci. Passo dopo passo e senza correre proveremo a conquistarla. Quest'anno ho avuto alcuni infortuni che non mi hanno permesso di giocare sempre, ma mi piacciono le sfide e voglio tornare al top". Si riferiva al suo Manchester United. Parole che oggi si possono tranquillamente trasportare alla nuova esperienza rossonera. Si comincia, con un sogno comune e la voglia di imporsi. Anche a discapito di quegli ex compagni di squadra che, d'ora in avanti, non avrà più bisogno di guardare in tv.