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Inter-Milan, il derby della Madonnina visto con gli occhi di Milito e Nesta

Le sensazioni dei due grande ex sul derby in programma questa sera, sabato 5 febbraio alle ore 18

Milito ha proseguito parlando dei miglioramenti che Inzaghi ha apportato alla squadra rispetto allo scorso anno: “La squadra di oggi palleggia di più, mi piace il fatto di voler essere sempre protagonisti della partita, è una qualità che apprezzo molto, mentre l’undici di Conte era più diretto, più verticale. E, a vederla da fuori, sembra ci sia un grande clima nello spogliatoio. Inzaghi punta molto su questo aspetto, nel calcio di oggi è fondamentale: il primo a capirlo, tra i tecnici degli ultimi anni, fu Mourinho”.

 

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Nesta: “Da difensore mi preoccuperei dell’attacco del Milan”

Secondo Alessandro Nesta, invece, non c’è tutta questa differenza tra le due squadre: “Inter e Milan partono alla pari, a maggior ragione nel derby. Loro sono più in forma, forse più squadra e di certo più solidi, ma il Milan ha la dinamicità di alcuni giocatori, che in pochi hanno in Serie A: penso a Leao e Theo Hernandez. Stargli dietro è dura e nel calcio di oggi queste sono le qualità che determinano”.

 

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Nesta ha proseguito parlando dei rispettivi attacchi delle due squadre: Senza Ibra e Rebic è un altro discorso ma in generale, da ex difensore, dico che preferirei mille volte trovarmi ad affrontare gli attaccanti dell’Inter che non quelli rossoneri. In un calcio fatto di duelli e ricerca della superiorità, Leao è uno che fa la differenza. Mi piace tantissimo, salta sempre l’uomo e migliorerà nell’ultima scelta. Se Ibra c’è e sta bene toglierli la palla è impossibile, Leao come Rebic prendono campo in velocità e non li fermi più. Se devo scegliere, gioco contro quelli dell’Inter”. 

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“Kessiè non può permettersi di chiedere cifre esorbitanti”

Infine, l’ex difensore rossonero ha voluto spendere qualche parola sulla situazione legata al rinnovo di Franck Kessiè: Capisco che abbia mercato internazionale, può giocare in qualsiasi squadra, per qualità e forza ce ne sono davvero pochi come lui. A essere sbagliate sono le regole, non puoi andare a due anni dalla scadenza del contratto e chiedere cifre esorbitanti per rinnovare. Un club non può permettersi di tenerlo e nemmeno di perderlo, se non cambiano le norme le società si troveranno sempre prese per il collo da agenti e giocatori”.