Dejagah, il 'tedesco' dell'Iran che creò un caso internazionale
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Data: 22/01/2019 -

Dejagah, il 'tedesco' dell'Iran che creò un caso internazionale

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Nato a Teheran, cresciuto a Berlino, è uno dei leader dell'Iran in Coppa d'Asia (due gol e quarti di finale). Nel 2007 giocava con l'U21 tedesca e si rifiutò di giocare contro Israele per salvare la famiglia
Nato a Teheran, cresciuto a Berlino, è uno dei leader dell'Iran in Coppa d'Asia (due gol e quarti di finale). Nel 2007 giocava con l'U21 tedesca e si rifiutò di giocare contro Israele per salvare la famiglia

Dai uno sguardo alle sue braccia e capisci da dove viene. Berlino da un lato e Teheran dall’altro: “Mi sento un tedesco-iraniano”. Quei due tatuaggi lo raccontano, un episodio di 12 anni fa l’ha marchiato a fuoco.

È il 2007, Ashkan Dejagah gioca nell’U21 tedesca ma si rifiuta di scendere in campo contro Israele. Motivi politici: “Lo faccio per la mia famiglia”. Si scatena un polverone. Theo Zwanziger - ex presidente della federazione tedesca - si schiera contro di lui: “Un giocatore che indossa la nostra maglia deve identificarsi con i valori di questo paese”. Mentre Friedbert Pflüger - ex capogruppo parlamentare della CDU - definisce il suo comportamento “inaccettabile e indecoroso”.

 

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Dejagah viene accusato di essere razzista e antisemita, ma verrà perdonato nei mesi successivi dopo aver spiegato il suo caso alla stampa: “Il governo iraniano non riconosce Israele e proibisce ai cittadini di entrare nel paese, ti fanno molti problemi. L’ho fatto solo per la mia famiglia”. Nel 2007 a capo dell’Iran c’era il governo di Mahmud Ahmadinejad, noto anti-sionista (definì l’Olocausto “una falsa leggenda”), i rapporti internazionali tra i due stati erano più tesi che mai.

DEJAGAH, ANDATA E RITORNO IN IRAN

 

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Iraniano sui generis, non sa scrivere in persiano e non pratica il Ramadan perché “non è compatibile con il mio lavoro”. È il capitano di Queiroz in Coppa d’Asia e ha già siglato due gol decisivi (l’Iran giocherà contro la Cina ai quarti di finale). Anche se ha giocato con le giovanili della Mannschaft per diversi anni: c’erano Ozil, Aogo, Khedira, Fabian Johnson, Gonzalo Castro e infine Dejagah. Un elogio alla multiculturalità che vincerà l’Europeo Under 21 del 2009, l’anno in cui Ashkan trionfa in Bundesliga con il Wolfsburg di Dzeko.

 

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Poi Fulham, Al Arabi, di nuovo Wolfsburg e infine Nottingham Forest. A 32 anni dice addio all’Europa. Nel 2018 decide di giocare per la prima volta in Iran e firma per il Tractor Sazi, ma al suo arrivo è subito polemica: il comitato etico del paese lo convoca a rapporto perché non apprezza i suoi tatuaggi, simbolo di “occidentalizzazione e scarsa professionalità”. Tutto risolto poi.

Oggi è uno dei simboli di un Iran che sogna in Coppa d’Asia: 4 partite, 4 vittorie, zero gol subiti e 9 segnati. Due da Dejagah, il vice-capitano dell’Iran che non sa scrivere in farsi.



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